Il conflitto,o meglio i conflitti,sono parte essenziale e strutturante della natura umana, poiché ci costringono ad operare una scelta tra ciò che si desidera e ciò che si può ottenere, misurando le nostre energie e le nostre risorse, confrontandole con la spinta del desiderio in conflittocon la volontà. Secondo Rollo May 1 “…non c’è volontà senza un precedente desiderio; il desiderio come tutti i processi simbolici ha un elemento progressivo, una spinta in avanti, come pure un polo regressivo, una spinta all’indietro. Il desiderio implica così il suo significat come la sua forza”. Inoltre, il Desiderio, poiché è suscitato da una mancanza, si inserisce nella dinamica per la quale siamo immersi in una alternanza conflittualedi opposti, una sorta di “meccanismo della dualità” con cui facciamo i conti costantemente: giorno/notte, alto/basso, buono/cattivo, piacere/dolore, azione/immobilità, consapevolezza/inconsapevolezza. Di so-lito, siamo abituati a considerare gli opposti bene /male come un aspetto negativo nelle relazioni. Dovremmo, invece cominciare a considerare la dinamica dei conflitticome un processo naturale e arrivare a concludere che non v’è crescita senza conflitti,che, ad esempio, è il conflittociò che determina la spinta in avanti e soprattutto l’uscita da situazioni di stallo, situazioni che tendono nel tempo, soprattutto nelle relazioni interpersonali, a imputridire. Anche imputridire (putrefactio?) è una fase del processo.