di Andrej Longo, 2004
Un pensiero per Olga” di Andrej Longo, per la regia di Marcello Cotugno, ha debuttato il 25 marzo 2004 al Teatro dei Contrari di Roma.
Lo spettacolo rappresenta – a parere di chi scrive – una riuscita prova di riduzione all’essenziale.
L’ambiente è una stanza, nera, nella quale poco più di venti spettatori siedono a breve distanza dalla scena.
Il cast è costituito da due soli attori, un uomo e una donna…Mimmo La Rana e Lucy Catalano.
La scenografia vede pochi elementi chiari (un tavolo, due seggiole, una porta) sapientemente messi in risalto dalle luci di Raffaella Vitiello.
La storia è semplice: la storia di un amore finito da tre anni, del dolore di lei nel comprendere che null’altro può fare se non rassegnarsi a quella fine, e dell’imbarazzo di lui nel trovarsi davanti la donna che un tempo ha così tanto amato.
Anche il dialogo è tessuto di parole semplici: quelle che possono scambiarsi un uomo e una donna che hanno condiviso l’intimità, e l’intensità, di un rapporto. Parole a volte quotidiane e banali, a volte pesanti come pietre.
Il senso sembra tutto racchiuso in una battuta:
“.. non posso dimenticare i ricordi, ma non posso passare la vita a ricordare..”
La scena finale esplicita, senza parole, la stessa essenzialità.
Lo spettatore realizza, nella ineludibile emozione che lo afferra, la radicale verità di una storia semplice che è anche la propria.
La verità di tutti quelli che – per continuare a vivere – son dovuti andare oltre il dolore.
La regia di Marcello Cotugno riesce a combinare i pochi elementi sopra detti in una riuscita prova di efficacia, ricreando sulla scena l’intimità del vissuto.
Il tema della vita e della morte costituisce un filo conduttore visibile nella scelta dei testi via via operata da Cotugno.
In “Anatomia della morte di…” vedevamo la morte arrivare a dare, forse, un senso – in quanto scelta – ad una vita che ne appare priva.
In “Bash” si parlava di “morti inutili”, prive di ogni senso comune, dove – soltanto a fatica – potevamo cercare di rintracciare significati che non fossero la sola espressione di un vuoto di valori.
In “Un pensiero per Olga”, vediamo la vita che deve confrontarsi con la morte e accoglierla necessariamente, per poter continuare a vivere.
La perdita e lo svuotamento come elementi precursori della rinascita.