Alfred Adler, La tecnica della Psicologia Individuale, 1928-1932, Newton Compton, 2005
(a cura di Maria Themeli)
La tecnica della Psicologia Individuale è articolata in tre parti. La prima di queste include la Tecnica del trattamento (1932) e L’arte di leggere una vita e la storia di una malattia (1928). Lo scopo è quello di illustrare gli elementi tecnici della psicoterapia analitica attraverso la presentazione della storia di una giovane ragazza ossessiva. L’arte di leggere una vita e la storia di una malattia è il racconto autobiografico di questa ragazza. Adler attribuisce una grande importanza al caso di Chiara, che considera come esemplare per illustrare la nascita e la natura della nevrosi ossessiva secondo le teorizzazioni della Psicologia Individuale. In questa storia si possono trovare i tratti caratteristici del desiderio di potenza e i segni di una pretesa di essere al centro dell’attenzione. Adler, frammento dopo frammento, fa delle interpretrazioni e cerca, correggendosi continuamente e rimodellando l’interpretazione del caso, di giungere a una visione d’insieme della personalità e del suo stile di vita.
La seconda parte è costituita da La psicologia del bambino difficile (1930), dove vengono riportati osservazioni su bambini e ragazzi, che costituivano casi di educazione difficile e che poi sarebbero divenuti nevrotici. La casistica è stata raccolta presso i “Centri di consultazione educativa” di Vienna, creati da Adler. Per Adler la madre è la fonte del sentimento sociale. E lei che deve sviluppare il sentimento sociale del bambino e poi dirigerlo verso gli altri. Esistono tuttavia circostanze in cui tale sviluppo può venir meno. Quando la madre non è lei stessa un essere sociale, oppure quando essa può essere tale soltanto per il bambino e non per gli altri, vincolando a sè il bambino così strettamente da compromettere il suo ulteriore sviluppo. Ci sono però anche altri fattori che possano influenzare lo sviluppo del bambino. I bambini che nascono con poca salute si sentono sopraffatti in partenza e trovano la vita opprimente. Questi si interessano molto di più alla propria persona che agli altri. Allo stesso modo si sentono sopraffatti in partenza, e non riescono a interessarsi agli altri: i non desiderati, gli orfani e i bambini brutti, i quali imparano presto come la gente non sia ben diposta nei loro confronti. Esiste anche un’altra categoria: i bambini viziati. Essi si appoggiano sempre agli altri, vogliono un successo immediato, e falliscono quando devono fare uno sforzo. In tutti questi gruppi è presente una mancanza di coraggio nell’affrontare i compiti della vita. Si tratta di fuggitivi che vogliono le cose diverse e più facili e non tentano neppure di creare le condizioni necessarie alla soluzione dei problemi della loro esistenza. Per Adler questa è l’origine di tutti i difetti dell’anima nostra: l’eccessivo senso di debolezza e la mancanza di fiducia nelle nostre forze.
Il libro si conclude con Il caso della Signora A. La diagnosi di uno stile di vita (1931). Nel corso di un convegno tenuto nella sede della Medical Society of Indivindual Psychology, Adler effettuò la dimostrazione sulle tecniche diagnostiche adottate per ricostruire uno stile di vita, basandosi esclusivamente su annotazioni anamnestiche raccolte da un medico e presentate a lui per una valutazione estemporanea. Per elaborare una diagnosi è necessario prendere in considerazione almeno due aspetti. Il primo riguarda l’origine dell’espressione del sintomo. Ogni malessere è la manifestazione di una carenza, che la mente vuole sempre compensare attraverso una spinta dinamica tesa a raggiungere una forma ideale finale. E in secondo luogo bisogna scoprire la mèta verso cui la persona si sforza di dirigersi.