L’autunno della coscienza

L'autunno della coscienzaAldo Carotenuto

Ripercorrendo una strada già intrapresa da Freud (ricordiamo ad esempio i suoi saggi su Leonardo, Michelangelo, Ibsen) il libro mette in luce le dinamiche strutturanti la personalità di Pier Paolo Pasolini, rivisitando la trama del suo primo romanzo, Ragazzi di vita. Nel testo Carotenuto afferma che non solo questa è una strada legittima, ma proficua: accostarsi all’opera d’arte per indagare la psicologia del suo creatore con l’ausilio degli strumenti forniti dall’esperienza analitica, permette un’operazione di rilevante interesse psicologico e culturale.

La ricerca dello junghiano “archetipo della vita”, inteso come tragitto individuale lungo il quale ogni essere esprime la sua peculiare dimensione umana, viene intrapreso da chi si vive come “diverso” proprio a partire dal suo stato di “mancanza” interiore, che lo spinge verso il mondo e reclama la relazione con l’altro. La sofferenza derivante dalla esclusione e la rabbia distruttiva che l’accompagna sono allora integrate in un piano di sviluppo della personalità. Ma per Pasolini, seguendo l’analisi che Carotenuto compie nel testo, tale integrazione sembra essere stata sempre difficile e problematica.

Il libro, inoltre, offre spunti interessanti per coloro che si vogliono avvicinare ad una lettura analitica della realtà circostante. In esso ritroviamo le formulazioni sull’Ombra, sugli archetipi, ma ben al di là di queste viene trattato il problema della trasgressione, il rapporto con l’altro, con le figure genitoriali, la morte e il conflitto sempre esistente tra individuale e collettivo.

Estratto:

Pasolini non fa che affermare esplicitamente il suo amore sviscerato per la madre, una madre a cui nel film Il Vangelo secondo Matteo affida addirittura il ruolo di Maria. È il sogno di tutti i bambini, o degli adulti che non sono mai cresciuti: fare della propria madre una Madonna, la vergine che non è mai stata di nessuno e che non si può possedere. Ma sul piano psicologico all’accentuazione di determinati sentimenti e valori corrisponde sempre, nell’inconscio, una realtà completamente opposta. Possiamo dunque ipotizzare che Pasolini vivesse nel profondo un odio smisurato nei confronti del femminile, come testimoniano i delitti orrendi di cui sono vittime le donne. La nostra personalità si sviluppa nella misura in cui prendiamo contatto con una dimensione interiore diversa da quella legata alla nostra specifica identità sessuale, una dimensione cui si accede necessariamente attraverso la mediazione del rapporto reale con una persona dell’altro sesso. Pasolini ha avuto rapporti problematici con le donne, poiché tali incontri, probabilmente, mettevano in pericolo la rimozione che egli aveva operato di questa sfera conflittuale. La descrizione che Pasolini ci offre delle donne, nella prima parte del romanzo, è atroce: o sono prostitute oppure brutte “come il diavolo”. La paura dell’incontro, che si cela dietro questo modo di presentare l’altro sesso, porta con sé, come meccanismo difensivo, il deprezzamento.

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L'autore
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Aldo Carotenuto
Aldo Carotenuto (1933-2005) Ha insegnato Psicologia della Personalità e delle Differenze Individuali all'Università di Roma