Max Eitingon e la questione dell’analisi condotta dai non medici

Nel 1927 pubblica sull’Internationale Zeitschrift für Psychoanalyse l’articolo “Osservazioni sull’analisi laica” (tr. it. in Hendrik M. Ruitenbeek, a cura di,, Saggi di Psicologia Freudiana, 1966, Astrolabio, Roma, 1975).

Dopo la morte di Abraham è la voce di Eitingon quella che traccia le linee guida della psicoanalisi in un momento nel quale, prima del passaggio di consegne (di potere) angloamericano, Berlino è ancora il centro mondiale della disciplina fondata da Freud.

Come si evince in particolare dagllo scambio epistolare con Freud, Eitingon è avverso all’analisi laica (l’analisi condotta dai non medici). Su questa linea è d’accordo con lui Jones e sono d’accordo quasi tutti gli psicoanalisti americani (in particolare o quelli che si trovano ai posti di comando nelle società psicoanalitiche statunitensi). Era questo un motivo di dissidio con Ferenczi, il quale invece, d’accordo con Freud, sosteneva la causa dell’analisi laica, attirandosi inevitabilmente le inimicizie degli americani.

La tesi esposta da Eitingon nel suo breve, ma influente, intervento è sintetizzata dall’autore nella proposizione seguente:

“Possiamo concepire l’analista laico soltanto in associazione con il suo collega medico e come uno che lavora in collaborazione con quest’ultimo.

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