La moneta umana: il valore della felicità

Giornale Storico del Centro Studi Psicologia e Letteratura, 16, Giovanni Fioriti Editore, Roma, 2013.

La crisi che stiamo attraversando è globale, interessa il mondo intero nelle sue diverse manifestazioni: l’ecologia, l’economia, la medicina, l’educazione alla cultura, i valori stessi dell’uomo si trovano in uno stato di caos.

Il termine globale ci riporta a quel senso dell’enorme che, ci ammonisce Hillman (1999), è un segno dell’assenza degli Dei: “Che si presenti sotto le immagini delle società multinazionali, degli oceani inquinati o dei grandi mutamenti climatici, l’enormità è la firma del Dio assente. […] Senza il benevolo governo della divinità, l’Onnipotenza, l’Onniscienza e l’Onnipresenza diventano Dei. In altre parole, senza gli Dei tornano i Titani” .

L’assenza di limiti promossa dal fenomeno della “globalizzazione” sta piano piano ingoiando la “diversità”, quella qualità dell’essere che rende ogni forma unica e irripetibile, ci sta rendendo una massa indistinta governata dagli stessi valori, miti e bisogni. Un monoteismo colonizzatore e tirannico basato sul culto del denaro, il quale invece di essere uno strumento a servizio del ben-essere, è diventato una meta da perseguire in sé per sé, arrivando ad orientare e manipolare i nostri desideri, cosicché il “prezzo” ha sostituito il senso intrinseco del “valore” (oggettivo e morale).

La febbre dell’oro, cresciuta e alimentata nel tempo, ha portato le economie mondiali al collasso provocando in noi esseri umani lo sviluppo di quella che Elena Pulcini ha definito “soggettività globalizzata”: un modo di essere al mondo caratterizzato da un Io trino – consumatore, spettatore e creatore – afflitto da atomismo e indifferenza, edonismo e conformismo, passività e insicurezza. La Pulcini mette in evidenza come gli individui, guidati da una coazione a fare alimentata dalla globalizzazione tecnologica – l’Io creatore –, abbiano perso progressivamente il concetto di progettualità, a sua volta connesso con il senso e lo scopo di agire per proteggere e promuovere i valori umani ed etici.

Eppure è proprio nei momenti più critici e bui che il pensiero creativo può affiorare per consentire l’approdo ad un nuovo modo di essere e sentire, e la storia che sto per raccontare ha origini antichissime, mitiche che appartengono ad un porto da cui alcuni uomini, gli Argonauti, partirono in cerca di un oggetto in grado di sanare le ferite, il “vello d’oro”, e questi esploratori oggi si sono re-incarnati offrendoci l’esempio di come la condivisione di un’immagine creativa può trasformare la realtà.

Volos è una cittadina della Tessaglia che si trova sulle sponde del mar Egeo e che in antichità aveva il nome di Iolkos, esattamente la città da cui Giasone partì con i suoi compagni a bordo della nave Argo. Quando la crisi finanziaria ha raggiunto proporzioni disperate un gruppo di cittadini ha ideato un progetto per aiutare la comunità ad uscire dalla crisi: la cosiddetta Rete TEM, ovvero una forma di economia alternativa all’euro, basata sul TEM (acronimo di “unità di scambio locale”) in cui i membri aderenti (ormai più di 1000) possono scambiarsi beni e servizi.

Per entrare a far parte della rete è necessario iscriversi al sito internet (http://www.tem-magnisia.gr/) e poi offrendo beni e/o servizi si accumula credito. Oltre all’acquisto nei negozi e nei mercati rionali con il TEM è possibile pagare lezioni con insegnanti, cure mediche e veterinarie, riparazioni di automobili, il parrucchiere e molti altri servizi.

L’aspetto più importante della rete è che le persone possono mettere a disposizione degli altri le proprie competenze ed essere remunerate per questo.

Ci troviamo di fronte ad un progetto sociale, nato per riequilibrare il rapporto delle persone con il denaro e che aiuta il singolo a sentirsi parte di una comunità collaborativa e solidale.

Solidarietà e collaborazione sono dunque i valori ispiratori – assenti quando si parla di finanza e di mercato globale – che richiedono sicuramente una maggiore consapevolezza (di ciò che si fa e di come lo si mette in pratica) rispetto all’immobilismo di chi vuole restare ancorato a sistemi sociali che hanno dimostrato il proprio fallimento.

Abstract

La crisi che stiamo attraversando è globale, interessa il mondo intero nelle sue diverse manifestazioni eppure è proprio nei momenti più bui che il pensiero creativo può e deve affiorare per consentire l’approdo ad un nuovo modo di essere e sentire. All’interno di questo articolo viene riportato il caso di una cittadina greca, Volos, che sta affrontando la crisi in maniera creativa, grazie ad un progetto sociale chiamato “Rete TEM”, basato su principi come la solidarietà, la collaborazione e le specifiche competenze degli individui come moneta di scambio. Per attraversare e superare la crisi è necessario tornare ad affidarsi alle abilità della mente e delle mani dell’uomo, valorizzando quei bisogni fondamentali dell’essere umano che non hanno bisogno di denaro per essere soddisfatti.

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L'autore
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Benedetta Rinaldi
Psicologa e psicoterapeuta, è esperta in ipnosi clinica. Professore a contratto presso l’Università degli studi Guglielmo Marconi di Roma.