Il segreto di Socrate, ovvero il transfert del transfert

in Giornale Storico di Psicologia Dinamica, 42, Napoli, Liguori, 1997 – Estratto

C’è un segreto, un mistero, un sacramento di Socrate. Il suo nome è transfert e, dunque, psicoanalisi.

… a dispetto, a compensazione dell’atteggiamento razionalistico rimproverato a Socrate, del suo ottimismo etico che tanto ha dato da pensare anche a Kierkegaard, Socrate è atopico, plongé, sprofondato. Prende i sogni alla lettera.

Sulla letteralità del rapporto di Socrate con il demone ha scritto anche Apuleio nel De deo Socratis: sedulo oboediebat. Socrate obbediva, alla lettera. Aristotele e Jung non sanno cogliere questo resto socratico. Non sono in contatto col suo segreto. Lo psicologo svizzero non sembra affatto in sintonia col carattere transferale della dialettica socratica.

Di questo resto soltanto Lacan, tra gli psicoanalisti, sembra essersi reso conto. Tuttavia, quando Jung pronuncia il suo enigma “si diventa ciò che accade nel mezzo”, coglie alle radici l’equazione psicoprofonda della demonologia antica e, in particolare, socratico-platonica. Quale altro luogo potrebbe indimorare il transfert se non quel “mezzo” enigmatico corrispettivo del metaxy demonico di cui tanto fa questione Socrate, il Socrate di Platone, e sulla loro scia, nonché sulla scia della lunga tradizione platonica, Proclo?

In quel mezzo demonico quanto analitico, luogo delle interpretazioni dei demoni ermeneuti o degli annunci dei demoni angeli, l’Io deve avvenire, scrive Freud, “si diventa” scrive Jung, ovvero l’Io si individua, va incontro al suo destino più proprio.

In quel luogo si fa “schweben”, ovvero “Oszillieren”, si va in trance, in atopìa, suonano piene le parole, tocca terra il Sé, quello che Jung chiama, concordemente, “Mittelpunkt”, impone la sua “Übergang” la funzione trascendente, ovvero la “mediatory function”, come anche la nomina il fondatore della psicologia analitica.

Quando affermo che la psicologia dinamica è in realtà la psicologia demonica degli antichi sto parlando d’un transfert del transfert, ovvero d’una passe demonologica, (neo)platonica del transfert alle fondamenta della nascita della psicoanalisi. Sto anche dicendo che non si dà passe senza nascita. Jung lo ha intuito sotto l’iterativo nome di rinascita. La passe, alla luce di quanto precede, significa il multinascere della psicoanalisi.

Quello che abbiamo conosciuto con Freud è transito, passe, rinascita, metàbasis, metabolè. Freud non lo sapeva e questo non sapere non è certo senza relazione con quel rinascere. Anche qui ci troviamo di fronte a, dentro un segreto, un mistero, un sacramento. Il segreto, il mistero, il sacramento di Socrate, di questo presunto padre filosofico, è la psicoanalisi. E’ giusto credere allora che Socrate, servendosi di parole, si sia rivolto alle nostre anime. La psicoanalisi sta lì a dirci quanto sia stato forte il suo desiderio d’essere desiderato.

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Giorgio Antonelli