in Giornale Storico del Centro Studi di Psicologia e Letteratura, 9, Giovanni Fioriti Editore, Roma, 2009 – Estratto
Ossa di scheletri umani risalenti a 4600 anni fa e ritrovati in un’antica tomba in Germania, all’analisi del DNA risultano appartenere ad un nucleo familiare: padre, madre e due bambini di 5 e 9 anni che erano stati tumulati insieme. I bambini erano sepolti rispettivamente tra le braccia del padre e della madre.“Questo ritrovamento costituisce la più antica evidenza archeologica che conferma l’antichità della famiglia nucleare tra gli umani, confermata con i mezzi della genetica…”. Stando a ciò che leggo in questo articolo di archeologia di Leandro Narloch , sembra che l’istinto familiare sia ancestrale, già presente nei primi homo sapiens, e ciò, secondo l’autore, rafforza la sua idea che il nucleo familiare sia fiorito e si sia mantenuto attraverso i millenni per i vantaggi evolutivi conferiti agli umani.
Non posso fare a meno di riflettere e pormi qualche domanda, in quanto avevo in programma di scrivere il presente articolo sui “legami di sangue”: qual è il ruolo della famiglia oggi nel nostro difficile e controverso mondo contemporaneo? Possiamo ancora parlare di “vantaggi evolutivi” conferiti agli umani dall’appartenenza ad un nucleo familiare?
Nella cultura occidentale la famiglia, o nucleo familiare, viene spesso definita in modo specifico come un gruppo di persone unite da legami di consanguineità o legali, come il matrimonio o l’adozione, anche se alcuni antropologi sostengono che la nozione di “consanguineo” deve essere intesa in senso metaforico, in quanto in molte società non occidentali la famiglia viene definita attraverso concetti diversi da quelli legati al “sangue”. La Dichiarazione Universale dei diritti umani afferma che la famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla collettività e dallo Stato.
Luc Ferry, filosofo francese, nel suo libro “Famiglie, vi amo, famiglie e vita privata nell’era della globalizzazione”, 2008, argomenta che la famiglia ha sostituito la fede e l’ideologia nella vita spirituale dell’uomo moderno. La famiglia, secondo Ferry, è quindi l’unica religione, l’unica entità veramente sacra nel mondo moderno, perché è l’unica per la quale tutti noi occidentali potremmo accettare di morire, se necessario.
Di parere opposto è Charles Melman, allievo e collaboratore di Lacan e attento osservatore del mondo contemporaneo, che interpreta diversamente i cambiamenti in corso nella nostra attuale società. Melman afferma che oggi stiamo assistendo ad un evento senza precedenti nella storia: la dissoluzione del nucleo familiare. Per la prima volta, sostiene lo psicoanalista francese, l’istituzione familiare sta sparendo e le conseguenze sono imprevedibili.
Mi sembra interessante il fatto che lo stesso oggetto di osservazione, ovvero la famiglia, venga considerato in modo così diverso, secondo “l’occhio che guarda”. Lo sguardo di Luc Ferry, ministro dell’educazione in Francia dal 2002 al 2004 e mentore della contestata legge che ha bandito il velo tra le studentesse musulmane (e questo è significativo), è uno sguardo da uomo politico, fautore e rappresentante del discorso ufficiale. L’occhio di Melman è quello di uno psicanalista che, in quanto tale, è allenato a vedere il mondo interiore, soggettivo, a scorgere i sentimenti, i dolori, i più intimi desideri, le passioni e aspirazioni che si agitano nell’animo umano e che molto spesso esprimono il rovescio del discorso ufficiale.
Tra l’ideologia della Famiglia (molto pubblicizzata) e la realtà dei fatti (quasi mai comunicata) sembra che ci sia davvero un’immensa distanza: “Distanza più grande di questa si trova solamente nei regimi autoritari tra il Potere concepito da chi lo esercita e quello sofferto dagli oppressi.”, scrive Josè Angelo Gaiarsa, esternatore del disagio collettivo, convinto e radicale “dissacratore” della Istituzione familiare, nel suo libro “La famiglia di cui si parla e la famiglia di cui si soffre” , libro, questo, definito dall’autore stesso “un libro pericoloso e sovversivo”, un vero e proprio manifesto contro l’ideologia della Famiglia:
“… e la responsabilità”, prosegue lo psicoanalista brasiliano, “…non è soltanto del “tiranno”, ma della fantastica predisposizione della maggioranza degli adulti a obbedire e ad “adorare falsi dei” – quella di comportarsi come bambini dinanzi a genitori ideologizzati: l’obbligo sociale di avere una famiglia felice, cioè di fare finta che il vestito del re sia bellissimo!”.
Abstract
Quale è il ruolo della famiglia oggi, nel nostro difficile e controverso mondo contemporaneo? Possiamo ancora parlare di “vantaggi evolutivi” conferiti agli umani dall’appartenenza ad un nucleo familiare? Nel tentativo di rispondere a questa domanda l’autrice, attraverso il confronto tra diversi pensieri psicologici, filosofici, antropologici, uno sguardo all’esoterismo e l’esempio di casi clinici, offre una descrizione ed una interpretazione in chiave evolutiva della famiglia e dell’amore nei tempi moderni.