Moustapha Safouan su Jacques Lacan e la formazione degli analisti
Di fatto la tecnica analitica non esiste.
Non c’è affatto da stupirsi quando si constata con Balint, in un articolo, del 1949, su “Il termine dell’analisi”, la feroce resistenza dei didatti a ogni tentativo di chiarimento della didattica.
Balint, riferisce ancora Safouan, in un articolo del 1947 On The Psychoanalytical Training System, denuncia la collusione tra gerarchia istituzionale e ignoranza. Uno dei sintomi considerati è la ripugnanza degli esperti a mettere per iscritto la loro conoscenza… l’altro è un atteggiamento dogmatico da parte di questi stessi esperti, ignoto in qualsiasi altra sfera della psicoanalisi.
Nei suoi venticinque anni di esistenza, cioè dalla creazione nel 1925 da parte di Eitingon del Comitato Internazionale per la Formazione (International Training Committee), fino al 1947, la questione della formazione non è mai stata adeguatamente esaminata per iscritto.
Safouan racconta come Sachs diventò il primo analista didatta:
Molti membri del gruppo berlinese sentivano il bisogno di un’analisi personale. Ma siccome si conoscevano tra di loro, invitarono Hanns Sachs a trasferirsi d Vienna a Berlino e a specializzarsi nell’analisi degli analisti, sia di quelli che già si erano affermati che di quelli che allora cominciavano. In questo modo Sachs divenne il primo analista didatta.
In altri termini, per Safouan, quello del gruppo berlinese fu un acting out.
Si aggiunga a quanto precede il commento di Helen Deutsch sulla deficient understanding of neurosis di Sachs. Un commento analogo, con riferimento a due illustri psicoanaliste, lo si trova in Jacques-Alain Miller: “Né Anna Freud né Melanie Klein erano in possesso di alcun certificato o diploma. Questo è anche un modo concreto di cogliere in quale senso l’analista non esiste”.
Sta di fatto che le più importanti successioni psicoanalitiche procedono da Abraham e Sachs (due non analizzati) e da Ferenczi, “poco” analizzato da Freud, che non ne affrontò il transfert negativo, come lo stesso Ferenczi ebbe a dolersi, secondo un modulo che, ad esempio, Marion Milner avrebbe ripetuto nei confronti di Winnicott (e come avrebbe potuto fare anche Masud Khan nei confronti del suo quarto analista). Relativamente al peso specifico esercitato da Abraham, Sachs e Ferenczi basti pensare che da Melanie Klein (analizzata da Ferenczi e da Abraham) procede gran parte della psicoanalisi inglese (e si aggiungano a lei la Sharpe e la Payne analizzate da Sachs nonché Jones e Rickman analizzati da Ferenczi e Edward Glover analizzato da Abraham) così come da Loewenstein (analizzato da Sachs) gran parte di quella francese (e si aggiunga la Sokolnicka analizzata da Ferenczi). (G. A.)