Al significato profondo dell’amore si può giungere solo attraverso un percorso tortuoso e altalenante, costituito da momenti di incontro e altri di separazione. L’incontro dà in genere inizio ad una piacevole fase di confusione in cui non esistono più i confini tra l’Io e l’Altro, ma soltanto un’avvolgente aurea di fusione emotiva. Legati dal loro sentimento gli amanti si perdono l’uno nello sguardo dell’altra e i loro corpi, così come le loro anime, generano una nuova e fertile unità.
E’ difficile in questi momenti conservare una visione chiara ed obiettiva del mondo. E’ difficile perché a questo si guarda con gli occhi dell’altro, lo si percepisce attraverso i suoi sensi. L’esperienza amorosa crea infatti nuove prospettive e apre spazi inediti attraverso i quali scoprire la realtà esterna. Rispetto alla condizione abituale, lo stato amoroso permette di sperimentare gli eventi in maniera completamente diversa. Per gli amanti ogni cosa ha colori, forme e sapori differenti, le loro capacità sensoriali sono alterate e potenziate dalle emozioni che provano, dalla fiducia che l’uno nutre nei confronti dell’altra.
L’espressione del sentimento costituisce uno dei traguardi più difficili da raggiungere, sia per gli innamorati che intendano comunicare e condividere con altri il brivido che attraversa il loro cuore, sia per artisti e poeti che vogliano trasformare il sentimento amoroso in un tema fruibile e trasparente. Spesso sentiamo dire che il parlare d’amore – soprattutto con il compagno della nostra vita – aiuta a costruire un rapporto più solido e appagante, tuttavia non di rado accade che una modalità eccessivamente esplicita di descrivere le nostre emozioni finisca con il cristallizzarle e renderle nulla di più che uno dei tanti argomenti di conversazione.
L’amore, quello vero, che fa palpitare e che regala quel prezioso elisir che ci permette di sentirci giovani e vitali anche quando il trascorrere del tempo vorrebbe impedircelo, è fatto soprattutto di silenzi, di sguardi lunghi e intensi, ricchi di significati che le parole non riuscirebbero mai a comunicare. Ciò naturalmente non significa che la comunicazione spontanea e sincera mini la solidità dei rapporti amorosi, tutt’altro. Discutere sui sentimenti è, senza dubbio diverso che parlare d’amore, e questa differenza dipende in primo luogo dal coinvolgimento personale. Essere catturati dalla dimensione amorosa, fa sì che si diventi – per così dire – inadatti a descriverla.
Gli innamorati sanno bene cosa provano, sono consapevoli di trovarsi immersi in un magma di emozioni incandescenti e difficili da gestire, tuttavia, nonostante ciò, portare alla luce quello che sentono e vivono può per loro risultare molto difficile. Perché? E’ chiaro che quando si è emotivamente coinvolti in una situazione e la si vive in prima persona, da protagonisti, può accadere di trovarsi sguarniti degli strumenti più idonei ad affrontarla, soprattutto interpretativi. Quando poi è il sentimento amoroso a dettare le regole del gioco, le circostanze si complicano ulteriormente, perché essere innamorati significa in primo luogo ritrovarsi in una condizione in cui tanto i sensi quanto il raziocinio sembrano subire una brusca metamorfosi.
L’amore annebbia la mente e risveglia i sensi, e in simili condizioni non è davvero possibile descrivere in maniera lucida ciò che si prova. L’idea principale che assilla gli amanti è che gli altri non siano in grado di comprendere, di condividere il valore del loro sentimento. E’ proprio questa idea di presunta incomunicabilità a scoraggiare gli innamorati, inducendoli a ritenere inopportuno narrare agli altri delle proprie emozioni. Ecco allora il silenzio, il rinvio alla fantasia e il dialogo interiore divengono gli strumenti privilegiati per avvicinarsi ai propri sentimenti. Troppo facilmente si dimentica che l’amore non soltanto è in grado di rigenerarci e trasmetterci una nuova vitalità ma, soprattutto, che si tratta di un sentimento capace di confonderci, sino al punto di sottrarci abilità e competenze fino a quel momento impiegate in maniera soddisfacente.
Tornando quindi al rischio di banalizzare un sentimento semplicemente cercando di descriverlo, occorre osservare che il vero problema non è tanto dato dall’impossibilità di narrare le emozioni, quanto dalla sensazione di essere impreparati a farlo. In realtà si tratta di un sottile malinteso, perché vivere sulla propria pelle determinate emozioni, significa in primo luogo acquisirne un livello conoscitivo sufficiente per poterle descrivere.
Aldo Carotenuto
Pubblicato su “Il Mattino” di Napoli, all’interno della rubrica “Eros e Pathos”. Non è stato possibile rinvenire la data esatta di pubblicazione.