Implicando per antonomasia una dimensione di intersoggettività e, quindi, di scambio e confronto continui tra due esseri umani, l’amore si delinea in maniera ambivalente, ora come spazio di libertà incondizionata, ora come area circoscritta dal vincolo del possesso.
Come intendere, dunque, l’amore? Sentimento di libertà o prigionia del cuore? Ogni rapporto, in realtà, si fonda su un incastro formidabile di necessità e bisogni, su dinamiche sottili che implicano un continuo dare e ricevere. Questo puzzle variopinto, però, non potrebbe essere composto e ricomposto continuamente se non intervenissero dinamiche particolari, come quelle sottese ai meccanismi della proiezione e della identificazione.
Attribuire all’altro caratteristiche psicologiche che ci appartengono e identificarsi nella singolare immagine che l’altro ha di noi, significa in fondo vivere un rapporto di possesso. Il sentimento amoroso, infatti, è di per sé oggettivante, perché lo sguardo di colui che ama riesce a rendere l’altro un vero e proprio “oggetto”. E non è raro che in queste situazioni, peraltro molto frequenti, la persona “oggettivata” pronunci all’altro frasi del tipo: “Sarò come tu i vuoi”, “dimmi cosa vuoi che io sia e io lo diventerò”. E’ comprensibile che in momenti come questi, così intensi eppure così disarmanti, il senso di libertà interiore sia del tutto assente.
Non sempre il nostro partner è tanto elastico e tollerante da permetterci di essere artefici del nostro destino. Eppure l’amore è anche questo: smarrimento, frammentazione, assenza di libertà interiore. Tuttavia la persona amata, pur privandoci della nostra libertà e autonomia, non commette un reato, non calpesta mai i nostri autentici desideri, piuttosto li asseconda attraverso dinamiche che potrebbero dall’esterno apparire paradossali.
Del resto, l’impatto che sperimentiamo nel momento in cui diventiamo i paladini della libertà personale, ci scaraventa quasi sempre in una dimensione conflittuale. Il conflitto, purtroppo, è una delle grandi costanti della nostra vita, un elemento dinamico e perturbatore che interferisce continuamente con le altre forze provenienti dal nostro mondo interno. Rispetto alla questione della libertà personale, il conflitto viene sollecitato soprattutto dal problema delle responsabilità individuali.
Se infatti desideriamo essere artefici del nostro destino e delle nostre scelte, dobbiamo al contempo interrogarci costantemente sul significato di ciò che ci accade. Se in quanto esseri umani godiamo del privilegio della libera scelta, dobbiamo anche divenire capaci di continui esami di coscienza e assunzione di responsabilità. Ciò è vero a tutti i livelli, ma acquista maggior valore e significato su un piano sentimentale.
Nel confronto con la persona amata, molte persone sperano di poter trovare una luce che illumini il cammino delle loro vite e, non di rado, si affidano al partner sperando che questi sappia consigliarle al meglio in ogni circostanza, discernendo le condotte giuste da quelle sbagliate. Soprattutto nelle fasi iniziali di un rapporto, quando la luce dell’innamoramento può abbagliare la nostra capacità critica, una persona può attendersi che “la sua dolce metà” le dica cosa deve fare, come comportarsi, quali condotte evitare.
Tutto ciò non dovrebbe sorprenderci, giacché la libertà rappresenta agli occhi di molti un fardello troppo grande per essere sopportato. In effetti, nel momento in cui si sposa il principio di assumere sulle proprie spalle il peso delle responsabilità, senza demandare ad altri il tormento delle scelte, occorre anche essere pronti a pagare un prezzo molto elevato. Eppure, sebbene prendere una decisione o muovere un passo siano azioni che implicano sempre sofferenza, non dovremmo mai dimenticare l’importanza di essere artefici del nostro destino.
Una delle grandi risorse del sentimento amoroso è rappresentata dalla possibilità che alcuni legami offrono, di sviluppare il proprio senso di responsabilità. Il rapporto con la persona amata, dunque, può addirittura liberarci da quel detestabile atteggiamento paranoide che spesso tormenta la nostra esistenza. Divenendo individui responsabili, infatti, cesseremo di accusare gli altri di ogni nostro fallimento, di demandare la responsabilità delle nostre scelte e le conseguenze, non sempre piacevoli, delle azioni che compiremo.
All’interno della situazione amorosa, dunque, potremo individuare e decidere di percorrere un sentiero fondamentale, che ci condurrà verso la nostra piena autonomia. Non tutti i legami sentimentali, però, possiedono questa prerogativa. L’amore ha tante sfaccettature: può opprimerci e renderci schiavi o può fornirci la sicurezza necessaria per spiccare il volo.
Diventare artefici del nostro destino è una possibilità offerta a tutti, ma fortunati saranno coloro che incontreranno e ameranno chi saprà trasmettere loro fiducia. Le emozioni più intense vengono sperimentate quando si diventa capaci di stringere tra le mani le redini della propria vita. La persona amata e il sentimento vissuto con essa, possono infondere il coraggio e la fiducia necessari per credere in noi stessi. E’ questa la massima espressione di libertà.
Aldo Carotenuto
Pubblicato su “Il Mattino” di Napoli, all’interno della rubrica “Eros e Pathos”. Non è stato possibile rinvenire la data esatta di pubblicazione.