Psicologo analista, berlinese. Tra i fondatori della Deutsche Gesellschaft für Analytische Psychologie. Insieme a Meier e W. Bitter fonda anche, nel 1969, la Zeitschrift für Analytische Psychologie. Nel 1979 pubblica un libro su I metodi della psicologia analitica, un vero e proprio manuale di psicoterapia junghiana.
Dalle ricerche sul controtransfert effettuate dal gruppo di Berlino emerge che la resistenza è per il 50% attribuibile all’analista.
Se il paziente dopo diverse sedute non porta ancora nessun sogno, allora solitamente lo invito a farlo e lo lascio fantasticare sulla ragione per la quale sinora ha trascurato questo materiale.
Solitamente un problema può essere ammesso alla coscienza dopo essere stato accolto ed integrato dall’Io del sogno.
Da parte di molti junghiani esiste una profonda avversione e una sfiducia incallita nei confronti dei termini “metodica” e soprattutto “tecnica”. Per questo motivo è stato scritto relativamente poco a riguardo a ciò, in paragone alla psicoanalisi freudiana e ai lavori di Freud stesso.
Gustav Bovensiepen, “Hans Dieckmann e il mondo dell’integrazione”, in C. Trombetta (a cura di), Psicologia analitica contemporanea, Bompiani, Milano, 1989