Eckart Ruschmann, “Consulenza filosofica, Prima Parte”, (a cura di Marina Malizia)
Il libro è costituito dalla traduzione della Prefazione e dell’Introduzione del corposo testo di Ruschmann “Philosophische Beratung”, edito nel 1999 in Germania e, a tutt’oggi, non ancora disponibile in Italiano nella versione integrale.
La traduzione è preceduta da un interessante saggio della Prof.ssa Rosaria Longo, docente di Filosofia presso la Facoltà di “Scienze della Formazione” dell’Università di Catania, “La consulenza filosofica nell’orizzonte di senso della filosofia pratica”, che costituisce buona parte della pubblicazione.
L’opera di Ruschmann, che è un tentativo di dare un fondamento teoretico alla consulenza filosofica, è divisa in quattro parti: qui è proposta solo la sezione iniziale dove l’autore definisce la “consulenza filosofica”, e dove vengono indagati i rapporti che la nuova disciplina intrattiene con la filosofia e con la psicoterapia.
Ruschmann, psicologo oltre che filosofo abilitato alla consulenza filosofica, racconta, proprio nella Prefazione, come, partendo dagli studi universitari di psicologia, e passando per la psicologica umanistica, si sia progressivamente avvicinato alla filosofia e, in particolare, alla consulenza filosofica. Attraverso “Philosophische Beratung”, alla cui stesura si è dedicato completamente dal 1995 al 1998, l’autore si assume il compiuto di “unire adeguatamente” le due discipline, filosofia e psicologia, che ritiene complementari ed integrabili, potenziando e mettendo a punto i fondamenti teorico-metodologici della consulenza filosofica che dovrebbe, appunto, compendiarle.
Nell’Introduzione, invece, l’autore si occupa principalmente del rapporto della consulenza filosofica con la filosofia e, in particolare, della giustificazione teorica della filosofia come consulenza.
Egli dichiara in proposito come spetti alla filosofia orientare la prassi, e alla pratica filosofica – la consulenza – mettere in pratica, applicare la filosofia.
Scrive, infatti, Ruschmann che “se la filosofia pratica è mera riflessione sulle condizioni di possibilità della prassi, la pratica filosofica come consulenza è una prassi”
Tra consulenza filosofica e filosofia, inoltre, permangono “azione e impulso reciproci”.
Il consulente filosofico, infatti, confrontandosi di volta in volta con le diverse Weltanschauungen dei consultanti, acquisisce uno specifico sapere strutturale e processuale sulla pluralità delle possibili visioni del mondo, che a sua volta torna utile quando si tratta di aiutare il consultante a modificare il proprio processo di coscienza e di riflessione per comprendere se stesso e il mondo, per poter penetrare appieno la propria “visione della realtà”. La nuova acquisizione arricchisce a sua volta, ulteriormente, il bagaglio del sapere del consulente, che verrà messo al servizio del prossimo consultante,…e così via, seguendo lo stesso circuito virtuoso.
I testi filosofici vengono così sottoposti a verifica costante, corretti e ampliati significativamente dalla ricchezza dell’esperienza personale: l’esercizio della consulenza filosofica agisce per Ruschmann da “induzione dinamica” al piano della teoria.
Questo processo in realtà, specifica l’autore, è stato alla base di tutto il pensiero del ‘900, che non ha fatto altro che rileggere, re-interpretare, rifondare e riformare la filosofia, fino ad approdare alla nuova disciplina, la consulenza filosofica, che Ruschmann intende, appunto, come “modificazione del rapporto con sé e con il mondo” da ottenersi attraverso “la interpretazione e ricostruzione della visione della realtà del cliente”.
La consulenza filosofica costituisce, in definitiva, per Ruschmann (consulente, psicologo e filosofo allo stesso tempo), lo spazio comune dove psicologia e filosofia sono chiamate a confrontarsi e a collaborare nel nuovo millennio.
Egli sembra veramente auspicare per loro una prossima, costruttiva, “fusione”: in quest’ottica l’ambizioso progetto della “Philosophische Beratung”, ne costituirebbe il punto di partenza teorico-metodologico.