Un libro che – nelle intenzioni dell’Autrice – può dirsi di ecologia ma ci appare in primo luogo come esempio di “comunicazione” . Il testo è stato messo in rete e questo aspetto già gli conferisce un tratto di radicale attualità: pensiamo a D. De Kerckhove, all’attuarsi della cosiddetta “ mente connettiva” che consente opportunità prima impensabili nel confronto delle idee e delle informazioni, suscitando una sorta di “brain storming” a livello potenzialmente globale, che altresì ci riporta alla intelligenza collettiva auspicata da P. Levy.
Per quanto attiene il contenuto, comunicazione di realtà diverse e interconnesse, di uno spazio / tempo che si relativizza e si caratterizza nelle culture di appartenenza, mostrando quanto le problematiche ambientali e le soluzioni approntate, le emergenze e le reazioni alle crisi – al di là delle condizioni materiali e strutturali – si rapportino all’immaginazione dei suoi ideatori, parlino delle aspirazioni sociali e ne rivelino la visione del mondo.
Lo scritto si configura come opera complessa ma mai complicata, risultando anzi di agevole e piacevole lettura tanto per gli addetti a lavori quanto per chi si interessa da diversi approcci alla “ecologia della vita”.
Ci sembra infatti che l’oggetto di questa opera non sia (o non sia soltanto) una dotta ricerca sulle condizioni di un pianeta che va sempre più antropizzandosi e degradandosi, ma la passione per la Vita, intesa come chiave privilegiata per guardare il mondo e interpretarne la stratificata realtà.
Troviamo nel volume, oltre che puntuali e rigorosi rifermenti tecnici, ricchi rimandi che spaziano dall’antropologia alla storia e alla filosofia, dalla sociologia alla politica, dalla pedagogia alla psicologia e alle scienze dello Spirito. Materiali diversi, dunque, in una com-presenza che mai diviene e/ o genera con-fusione, ma che piuttosto si stratificano in una armonia complessa e generatrice di senso.
Il senso dell’equilibrio e dell’integrazione.
Equilibrio che si pone al contempo come spinta sovvertitrice e meta ideale: non più l’equilibrio statico derivante da una cartesiana visione della realtà ma un equilibrio in continua mutazione come meta progettuale del rapporto Uomo / Ambiente.
Gioco e rischio delle parti in gioco: fattori soggettivi ed oggettivi, microcosmo e macrocosmo vengono dall’Autrice utilizzati e richiamati nel progetto di una Armonia dinamica che consenta uno sviluppo sostenibile, sorretto da una nitida etica della Responsabilità.Occorre- per approssimarsi a questa meta – conciliare parti contrapposte, superare opposizioni apparentemente irriducibili, continuamente negoziando e rifacendosi alla forza delle passioni ed alla luce della ragione.
Al di là della vecchia logica basata sull’AUT AUT, qui si postula una filosofia di base improntata all’ET ET, alla possibilità di far ricorso a pensiero ed emozione, sensazione e intuizione, in una ottica che dia spazio e ascolto alle diverse voci.