
“Che cosa è, allora, il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se dovessi spiegarlo a chi me ne chiede, non lo so: eppure posso affermare con sicurezza di sapere che se nulla passasse, non esisterebbe un passato; se nulla sopraggiungesse, non vi sarebbe un futuro: se nulla esistesse, non vi sarebbe un presente.”
Agostino, le Confessioni (scritte tra il 397 e il 400 d.c.)
Ricordo un tempo molto lontano…, e non mi sembra strano cominciare questo mio articolo sul tempo con ‘ricordo un tempo…’, perché forse in qualche modo il ricordare è fermarlo e farlo rivivere. Quando ero molto piccola mio padre aveva l’abitudine durante le notti stellate di osservare con me e mia sorella il cielo, era stato allievo dell’Accademia Navale, sulla Vespucci, oltre che ingegnere elettronico, e forse, anche per questo, da allora, amava guardare il cielo nelle notti stellate. Mi diceva che quando guardiamo la luna, le stelle, le galassie, le vediamo non come sono in quel momento, ma come erano un tempo, e in alcuni casi come erano milioni di anni fa. Questo è dovuto alla velocità della luce che, pure se elevatissima, impiega del tempo per attraversare le distanze del cosmo e arrivare sino a noi.
A volte di giorno, quando non si poteva vedere il cielo con le stelle, andavamo alla stazione a vedere i treni passare e mi proponeva l’esperimento del treno. Quello che permette di capire la teoria della relatività di Einstein. ‘Immaginiamo di fare un esperimento e che una persona si trovi dentro un treno e che il treno vada a una certa velocità e noi siamo fuori dal treno fermi al binario e vediamo passare il treno. La persona dentro il treno decide per un motivo qualsiasi di andare in un altro scompartimento o al bar. Noi che siamo fuori dal treno vediamo la persona muoversi a una velocità che è la somma della sua velocità e di quella del treno’. Io non capivo molto di questi esperimenti, sulle stelle e sul treno, anche se ne rimanevo attratta. Mi chiedevo perché quella persona nel treno doveva proprio muoversi per andare al bar o da qualsiasi altra parte e mi dicevo che se stava ferma sarebbe stato tutto più semplice, come se fosse poi possibile stare fermi!
“Quando cammino su queste dannate nuvole vedo le cose che sfuggono dalla mia mente
Niente dura niente, niente dura e questo lo sai Però non ti ci abitui mai
Quando cammino in questa valle di lacrime
Vedo che tutto si deve abbandonare
Niente dura niente, dura e questo lo sai
Però non ti ci abitui mai …”
Vasco Rossi – Dannate nuvole
“C’era una volta…” è il tempo delle favole, un tempo indefinito,immaginato, magico, di fantasia.
C’era una volta l’uomo preistorico e probabilmente anche lui aveva una percezione del tempo. La sua percezione si basava sui cicli della natura: sul sorgere del sole, sulle fasi lunari, sui ritmi delle stagioni. Una concezione ciclica scandita da eventi naturali che si ripetono periodicamente.
Gli antichi filosofi greci utilizzavano quattro parole per indicare il tempo, che poi indicavano quattro tempi di natura diversa. Queste erano Chronos (χρόνος), Kairos (καιρός), Aion (αἰών) e Eniautos (ἐνιαυτός). Il termine Chronos indica la natura quantitativa del tempo, un tempo cronologico e sequenziale, misurato dall’uomo. Kairos indica un tempo indeterminato nel quale accade qualcosa di unico e speciale, un momento magico. Aion indica la durata trascendente e eterna. Infine con Eniautos si indica il tempo ciclico, i dodici mesi dell’ anno, qualsiasi periodo di tempo fisso e definito.
“…se vai all’Hotel Supramonte e guardi il cielo
tu vedrai una donna in fiamme e un uomo solo
e una lettera vera di notte falsa di giorno
…
ora il tempo è un signore distratto e un bambino che dorme
ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano
cosa importa se sono caduto se sono lontano
perché domani sarà un giorno lungo e senza parole
perché domani sarà un giorno incerto di nuvole sole… “
Fabrizio De André – Hotel Supramonte
Eraclito sosteneva che: “Il tempo ( Aion) è un bambino che gioca, che muove le pedine della scacchiera, che è il regno”. La divinità è giorno e notte, inverno e estate, guerra e pace, sazietà e fame. Questa cambia, come cambia il fuoco. Tutto scorre. Eraclito esprimeva quindi una visione ciclica della realtà. Il fuoco è il principio, l’arché, dal quale sono state generate tutte le cose, poi, secondo il filosofo attraverso la rarefazione e la condensazione questo si trasforma nell’aria, nell’acqua e nella terra, dando origine a tutto. Tutto nel mondo ha un inizio e una fine. Anche il tempo, legato alla creazione del mondo, ha avuto un inizio e avrà una fine. E la filosofia ha continuato a confrontarsi con il concetto del tempo: il tempo passato, il tempo presente, il tempo futuro, il tempo che scorre, il tempo eterno, il tempo come durata e il tempo dell’attimo come dimensione di eternità.
“Come mi diceva un ricoverato del Santa Maria della Pietà: “I rimpianti fanno invecchiare ed io vivo solo di ricordi “. E proprio a lui va il mio primo pensiero.
Pensando agli anni della “giovinezza”, mi viene voglia di fare mio il pensiero di Mark Twain: la vita dovrebbe essere vissuta al contrario, nascere quando si è vecchi ed invecchiare quando si è giovani, in modo che tutte le esperienze maturate nella vita, non vadano perse nella stagione più bella…”
Alfredo Lacerenza – Positivo e Negativo. Una autoanalisi tra versi, pensieri e altre cose
Il tempo di oggi è il tempo delle nuove scoperte della fisica, che cominciano a considerare l’ipotesi che questo vada in due direzioni, in avanti e indietro.
Queste prendono avvio dalla teoria della relatività e seguono con la meccanica quantistica, che poi hanno un concetto diverso del flusso del tempo.
Per la teoria della relatività il tempo è un flusso malleabile e relativo. Einstein ha dimostrato che lo spazio e il tempo non possono essere considerati entità separate, che esiste una dimensione unica spazio-tempo.
La fisica quantistica non riconosce l’esistenza di un tempo indipendentemente dalle cose.
È possibile che due particelle, anche se lontane, siano comunque connesse in modo tale che qualsiasi modifica su una porti istantaneamente una modifica anche nell’altra (entanglement).
La meccanica quantistica prevede anche che una particella possa trovarsi contemporaneamente in stati multipli (sovrapposizione). Più possibilità
coesistono fino a quando una sola risulta osservabile.
Il tempo è un’illusione, il tempo è relativo?
Forse a tale proposito una possibile risposta la possiamo trovare in quello che viene definito come ‘ il paradosso dei gemelli’.
‘In un luogo indeterminato della Terra vivono due gemelli. Un giorno uno dei due decide di partire per un viaggio interstellare di andata e ritorno per una stella lontanissima di un’altra galassia. L’altro gemello non ci pensa per niente a fare viaggi così avventurosi, e rimane tranquillo nella sua città. Supponiamo che il viaggio avvenga alla velocità della luce il gemello che ha compiuto il viaggio potrebbe essere invecchiato molto meno di quello che è rimasto sulla Terra’. Questo può poi non essere corretto: i sistemi di riferimento sono due: quello dell’ andata e quello di ritorno. Il gemello viaggiatore dello spazio li vive entrambi.
Non esiste un tempo assoluto, e lo scorrere del tempo è connesso al sistema di riferimento tramite il quale lo si misura.
La teoria della relatività e la fisica quantistica, anche se per certo aspetti si oppongono tra loro, sul concetto del flusso del tempo, ci hanno scardinato molte certezze. Mi fanno tornare bambina, come quando mio padre mi parlava di esperimenti di lontane galassie e di treni con viaggiatori che non stanno mai fermi, del resto se stessero fermi che viaggiatori sarebbero?
La percezione del tempo è in effetti soggettiva, ed è modulata dal nostro cervello. Non serve andare sui treni o osservare le stelle per rendersene conto. Interagiscono l’attenzione, le emozioni, il contesto, l’età, le capacità mnemoniche, la cultura, e tanto altro, per renderla sempre diversa. Le emozioni negative e stressanti, come per esempio l’attesa di un evento, portano a percepire una durata maggiore dello scorrere del tempo (dilatazione del tempo). A nessuno dei due gemelli del paradosso dell’esperimento in effetti serve di andare in un’altra galassia per percepire una durata differente del tempo. Basterebbe per esempio che uno andasse dal dentista per effettuare l’estrazione di un dente, o qualsiasi altro intervento chirurgico, e l’altro facesse qualcosa di piacevole come incontrare la fidanzata. Diciamo che forse il tempo è come una valigia che ci portiamo appresso durante il nostro viaggio. Ognuno di noi ha la sua valigia, diversa da quella dell’altro, e la riempie con oggetti differenti. Questa valigia però non è del tutto vuota in quanto contiene già al suo interno il tempo archetipico dei miti e le nostre memorie transgenerazionali.
Forse al mio dilemma espresso nel titolo: il tempo è un’illusione, è possibile uscire dal tempo? Posso rispondere quindi dicendo che ci sono diversi tempi e diversi modi di percepirlo. C’è un tempo sacro del mito, c’è un tempo indeterminato della favola, c’è un tempo sincronico nel quale accade qualcosa di unico e speciale, c’è un tempo del sogno che rende possibile trovarsi contemporaneamente in tempi è spazi differenti, c’è il tempo incredibile di Benjamin Button che nasce vecchio per poi ringiovanire, c’è un tempo del ricordo, c’è il tempo di ognuno di noi, c’è un tempo di chi non ha più tempo …
c’è un tempo, c’è un tempo, c’è un tempo.
“Dicono che c’è un tempo per seminare
E uno che hai voglia ad aspettare
Un tempo sognato che viene di notte
E un altro di giorno teso
Come un lino a sventolare
C’è un tempo negato e uno segreto
Un tempo distante che è roba degli altri
Un momento che era meglio partire
E quella volta che noi due era meglio parlarci
C’è un tempo perfetto per fare silenzio
Guardare il passaggio del sole d’estate
E saper raccontare ai nostri bambini quando
È l’ora muta delle fate
C’è un giorno che ci siamo perduti
Come smarrire un anello in un prato
E c’era tutto un programma futuro
Che non abbiamo avverato
È tempo che sfugge, niente paura
Che prima o poi ci riprende
Perché c’è tempo, c’è tempo c’è tempo, c’è tempo… “
Ivano Fossati – C’è tempo
Bibliografia:
Parole chiave:
Tempo, Chronos (χρόνος), Kairos (καιρός), Aion (αἰών),Eniautos (ἐνιαυτός), Panta rei, teoria della relatività, paradosso dei gemelli, spazio-tempo, connessione quantistica, sovrapposizione quantistica, dilatazione del tempo.
Abstract
L’autrice si pone sin dall’inizio un dilemma se il tempo sia un’illusione e se sia possibile uscire dal tempo. Per rispondere a questa domanda, inizialmente ricorda quando suo padre guardando le stelle e i treni passare le parlava dello spazio-tempo. Successivamente esamina i significati dati al tempo dagli antichi greci. Poi tratta brevemente i paradossi della teoria della relatività e il concetto del tempo espresso dalla meccanica quantistica. Infine prende in esame l’’influenza di variabili come l’emozione sulla percezione del tempo e conclude dicendo che forse il tempo è come una valigia e ognuno di noi ha una valigia diversa e la riempie con oggetti differenti e questa valigia contiene al suo interno già il tempo archetipico dei miti e delle memorie transgenerazionali di ognuno. Non un tempo cronologico uguale, ma tante percezioni diverse del tempo.
Keywords:
Time, Chronos (χρόνος), Kairos (καιρός), Aion (αἰών), Eniautos (ἐνιαυτός), Panta rei, theory of relativity, twin paradox, space-time, entanglement, quantum superposition, time dilation.
Abstract
The author poses a dilemma from the beginning whether time is an illusion and whether it is possible to escape from time. To answer this question, she initially recalls when her father, watching the stars and the trains passing by, spoke to her about space-time. Subsequently, she examines the meanings given to time by the ancient Greeks. Then she briefly discusses the paradoxes of the theory of relativity and the concept of time expressed by quantum mechanics. Finally, she examines the influence of variables such as emotion on the perception of time and concludes by saying that perhaps time is like a suitcase and each of us has a different suitcase and fills it with different objects and this suitcase already contains within it the archetypal time of the myths and transgenerational memories of each one. Not an equal chronological time, but many different perceptions of time.
Rosanna Canero Medici Psicologa, con precedente laurea in Lettere Moderne, Psicodiagnosta, Presidente del Centro di Psicologia Apeiron, Socia Scuola Romana Rorschach, A.IR. – I.R.S, CTU e CTP per il Tribunale Civile e per i Minorenni di Roma, Mediatore Familiare e Docente di Psicologia Forense e del Comportamento Criminale presso l’Università degli Studi di L’Aquila. È stata anche docente di Antropologia e Criminologia e di Statistica Sociale presso l’Università degli Studi di L’Aquila. Si occupa prevalentemente di formazione in ambito universitario e post universitario. L’autrice ha al suo attivo diverse pubblicazioni in ambito di psicologia giuridica e forense con particolare riferimento alla suggestionabilità in ambito di investigazioni, alle condizioni e ai diritti del disagiato mentale con particolare riferimento alla legge 180 e ai progetti di modifiche legislative, oltre che di metodologia della ricerca e sulla farmacia dei Servizi.
Rosanna Canero Medici Psychologist, with a previous degree in Modern Literature, Psychodiagnostic, President of the Apeiron Psychology Center, Member of the Rorschach Roman School, A.IR. – I.R.S, CTU and CTP for the Civil and Juvenile Court of Rome, Family Mediator and Professor of Forensic Psychology and Crime Behavior at the University of L’Aquila. She was also professor of Anthropology and Criminology and Social Statistics at the University of L’Aquila. It mainly deals with university and post-graduate training. The author has to her credit several publications in the field of juridical and forensic psychology with particular reference to suggestibility in the field of investigations, to the conditions and rights of the mentally handicapped with particular reference to law 180 and to legislative amendment projects, as well as research methodology and on the pharmacy of the Services.