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Péchés de vieillesse. Rossini e il Senex

Ad appena 37 anni, calato il sipario sul grande successo del Guillaume Tell, Rossini chiude per sempre la sua meravigliosa esperienza nel mondo del melodramma.
Un silenzio teatrale durato quasi otto lustri, fino alla morte, una “filosofica determinazione” che il musicista difende rifugiandosi dietro il muro della sua proverbiale pigrizia. Unica eccezione nei lunghi anni del silenzio compositivo – se escludiamo lo Stabat Mater – sono i Péchés de vieillesse, i Peccati di vecchiaia come scherzosamente li chiama, che arrivano a rappresentare al meglio lo spirito dell’ultimo periodo della creatività rossiniana. Brevi pagine cameristiche, con l’eccezione della Petite Messe Solennelle, per la maggior parte pianistici, i Péchés sono un condensato di sottilissima ironia e di sofisticata “ingenuità” musicale, di amarezza e di bonomia …
E amarezza, bonomia, sofisticata ingenuità, sottilissima ironia son cifre, di una delicatissima fase dell’esperienza umana, che ci spingono ad una riflessione, in chiave Junghiana -Hillmaniana, sul “Senex”.
In una suggestione che si propone di evidenziare l’intricata complessità di un archetipo, struttura portante della fase finale della vita, e ci fa chiedere: ma i vecchi sono saggi davvero? ….

Presentano la Conversazione Massimo Fargnoli e Amato Luciano Fargnoli.

MASSIMO FARGNOLI, presidente dell’Accademia Musicale Napoletana che negli ultimi sei anni ha proposto a Pesaro l’esecuzione integrale dei Péchés in collaborazione con il Rossini Opera Festival e con la Fondazione Rossini.

AMATO LUCIANO FARGNOLI, psicologo-criminologo, psicoterapeuta, docente di Psicologia Analitica presso la Scuola di specializzazione “Atanor” dell’Aquila e di Psicologia Dinamica presso la Scuola di specializzazione SFPID di
Roma. E’ il Direttore Responsabile del Giornale Storico di Psicologia e Letteratura del Centro Studi di Psicologia e letteratura fondato da Aldo Carotenuto.

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L'autore
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Amato Fargnoli