L’individuazione continua anche all’interno della psicopatologia
Analista junghiano.
Nato a Düsseldorf nel 1913.
Emigra in Sudafrica nel 1933 e in Gran Bretagna nel 1946.
Cinque anni dopo diventa membro della Society of Analytical Psychologyy.
Didatta della Society of Analytical Psychology di Londra.
Didatta della Deutsche Gesellschaft für analytische Psychologie di Berlino, città nella quale si trasferisce nel 1986.
Insieme a Andrew Samuels e Bani Shorter pubblica, nel 1986 (ed. it., Cortina, 1987) il Dizionario di Psicologia Analitica.
Nel 1995 esce Analysis Analysed.
Ha pubblicato anche un’autobiografia Between losing and finding: the life of an analyst (2004).
Qualcosa ha fatto recedere in me la coscienza dell’Io e il desiderio di curare, o persino di sradicare i sintomi.
Oggi non è più mia intenzione migliorare il paziente, eliminando quei sintomi che gli causano sofferenza o che lo inducono a far soffrire gli altri.
Il mio obiettivo è quello di star seduto ad ascoltare, tentando di individuare in quale direzione si svilupperà la persona.
Sono giunto a questo atteggiamento, molto più passivo, relativamente tardi nella mia vita.
Links
A. Plaut, A Symposium: How Do I Assess Progress in Supervision?
A. Plaut, An Undivided World Includes the Shadow
Recensione di Between losing and finding (a cura di Thomas Kirsch) (in inglese)
Andrew Samuels, “Alfred Plaut e le mappe della fantasia”, in C. Trombetta (a cura di), Psicologia analitica contemporanea, Bompiani, Milano, 1989.