Nel 2010, a cura di Erika Czako, esce postumo il testo Aldo Carotenuto: Apollineo e Dionisiaco. Seminari su Nietzsche, Editore Ananke, Torino.
Mentre Freud negava l’evidenza affermando di non aver subito l’influenza del pensiero nietzscheano -nonostante le sollecitazioni ricevute a vario titolo da Lou Salomé, Adler, Groddeck e Rank – Jung dichiarava esplicitamente il suo debito nei confronti dell’autore di Zarathustra – dal quale aveva tratto l’idea cruciale di prospettivismo – dedicandogli costanti esercizi interpretativi e, soprattutto, ponendo al centro dei Tipi psicologici la dicotomia tra apollineo e dionisiaco, introdotta nella Nascita della tragedia. Il dionisiaco costituisce “l’espansione diastolica”, pulsionale e multiforme, dell’esistenza, mentre l’apollineo rappresenta il tentativo razionale di ripristinare nella psiche un ordine unitario. Eros e Logos convivono permanentemente in noi. Sulle tracce del fondatore della psicologia analitica, persuaso come Rodhe e Hillman che Dioniso era “il Signore delle Anime”, Aldo Carotenuto dedicò almeno vent’anni della sua vita ad esplorare ulteriormente tale polarità strutturale della coscienza, senza mai giungere ad una stesura definitiva, attratto ma anche trattenuto dagli aspetti perturbanti della personalità nietscheana, pervasa ma anche travolta dall’esperienza dionisiaca. Qui si propone il testo inedito dei suoi seminari universitari in cui viene messa in piena luce la feconda dialettica tra malattia e creatività, che ci offre un’immagine del dionisiaco come vocazione orgiastica della pulsione vitale ma soprattutto dolorosa e lacerante.