Amare Tradire. Quasi un’apologia del tradimento

Amare TradireAldo Carotenuto, Milano, Bompiani, 1991 (Edizione inglese, To love, To betray. Willmette, Illinois, Chiron Publication, 1996 – Edizione portoghese, Amar Trair. Quase uma apologia da traição, São Paulo, Paulus, 1994)

In questo libro, Carotenuto affronta un tema considerato da sempre deleterio. “Tradimento” nell’accezione corrente è una parola tremenda, carica di valenze negative, un marchio infamante. Ma l’esperienza umana che questa parola variamente designa nella storia individuale e collettiva, nella storia ‘sacra’ e in quella ‘profana’, nell’Antico e Nuovo Testamento, nel Talmud o nel pensiero filosofico, si configura, alla luce della riflessione psicologica, come l’evento “antitetico e dolorosamente dialettico” dell’inevitabile messa al mondo della soggettività nell’uomo.

Dalla “cacciata” originaria dei progenitori dalla condizione edenica, e quindi ancor prima che nascessimo, il dramma del tradimento ha già conosciuto la sua cosmologica, mitologica celebrazione. Sullo sfondo mitico-archetipico, la consegna dell’uomo nelle mani del male e della propria inferiorità scandisce ripetutamente, come in un mistero scandaloso e tragico, il dispiegarsi tutt’altro che lineare dell’esistenza individuale.

Dalla nascita alla crescita nella famiglia di origine, nel rapporto con i genitori e i fratelli, alla vita di coppia dentro e fuori il matrimonio; nell’esperienza del sedurre e dell’essere sedotti, nell’atto di abbandonare e di essere abbandonati; negli amori dentro o al limite della patologia, “normali” e “devianti”, “legittimi” o “illegittimi”; fino alla morte “cercata”, “incontrata” o “voluta”; nel farsi e nel disfarsi della coscienza, la violenza dell’esperienza del tradimento può anche lasciare il posto alla più ampia cosciente e articolata dialettica di autentico:inautentico dell’interiorità individualmente vissuta e ricercata.

AmarTrair ToLoveToBetray

 

 

 

 

 

 

 

Estratto

Nel mio libro Eros e pathos (1987) mi sono occupato di un tema fondamentale della vita umana, la dimensione amorosa, pur consapevole di avventurarmi su una strada generalmente considerata impervia perche di certe esperienze ineffabili la testimonianza più attendibile sarebbe appunto il silenzio. Con la stessa consapevolezza, ma con la stessa fiducia, intendo ora riprendere il cammino su quella strada impervia, per esplorare uno degli aspetti più inquietanti della vicenda umana: il tradimento. Parola tremenda, marchio infamante! Eppure, se ne approfondiamo il concetto, approdiamo a una conclusione sorprendente: non solo nell’intero arco della nostra vita il tradimento è sempre di scena, a recitare un ruolo di primo piano se non addirittura di protagonista, ma è proprio in virtù di un tradimento che l’uomo è stato, letteralmente, “messo al mondo”. Un tradimento inevitabile, un tradimento che era necessario consumare fino in fondo, perche soltanto tradendo, soltanto, contravvenendo al patto originario, l’uomo, da una modalità che non era vita, ma inconscietà e indifferenziazione, si è costituito come soggetto della storia. È questo il senso profondo della dottrina nota col nome di “felix culpa”, dottrina che lega la venuta redentrice di Cristo, e con essa la prospettiva salvifica d’una vita radicalmente nuova, alla trasgressione originaria di Adamo ed Eva. Se i nostri mitici progenitori non avessero trasgredito, Cristo non sa rebbe venuto al mondo perche potesse compiersi l’economia salvifica. Ciò è del resto comprensibile: non si può esser redenti dal peccato che non si è commesso e, analogamente, non c’è modo di “nascere al mondo” se non peccando.

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L'autore
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Aldo Carotenuto
Aldo Carotenuto (1933-2005) Ha insegnato Psicologia della Personalità e delle Differenze Individuali all'Università di Roma