Mentre Jasper con la sua “patografia” ha cercato le tracce del demone dell’artista nelle opere dell’artista stesso, Lacan s’è domandato che cos’è un’opera d’arte pensandola come “organizzazione del vuoto”.
Leggere la vita e le opere di Michelangelo Merisi da Caravaggio partendo dalla “patografia” di Jasper e dell'”organizzazione del vuoto” Lacan ci consente cogliere la sofferenza narcisistica di Caravaggio.
L’ipotesi che si pone è che Caravaggio abbia sofferto nella sua vita di una grave forma di “narcisismo patologico” ed è possibile vedere questo pathos narcisistico dentro le sue tele.
Così vedremmo le prime tele romane eseguite nel tentativo di trovare una sua identità pittorica.
La fonte della luce all’esterna della tela come prima scelta, lo sfondo scuro che gli consente di dipingere solo la luce e tralasciar il resto, ci consegnano un linguaggio pittorico che stacca completamente dalla tradizione pittorica. Questo cambiamento risulta evidente nel momento in cui si osservano dipinti come la “Morte della Vergine”, la “Madonna dei Palafrenieri” e la “Madonna dei Pellegrini” paragonandoli alle opere degli altri artisti che seguono il linguaggio tradizionale. Presenta la serata FRANCESCO BRICOLO, introdotto da Antonio Dorella.
INGRESSO LIBERO e GRATUITO fino esaurimento posti.
FRANCESCO BRICOLO, nato a Verona nel 1964, ha conseguito la laurea in medicina e chirurgia nel 1992 nella città natale e nel 1997 si è poi specializzato in psichiatria all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma. Dalla fine degli anni ’90 ha sempre svolto la sua attività clinica e psicoterapica nel servizio pubblico.
Apprezzato e stimato come formatore e divulgatore, ha approfondito in modo particolare il rapporto tra arte e psicoanalisi. Tiene regolarmente corsi e conferenze su Caravaggio e le sue opere.
Ha al suo attivo diverse pubblicazioni, articoli e libri, sia in ambito scientifico che culturale.
www.francescobricolo.it