Non è raro trovare nei testi di astrologia riferimenti a C.G. Jung che lo indicano come un estimatore e cultore di pratiche astrologiche.
Si tratta in realtà di mistificazioni perchè, se è vero che Jung si è interessato di astrologia, lo ha sempre fatto nell’ottica dello studioso che si pone criticamente di fronte al fenomeno, per afferrarne il contenuto psicologico. Questo significa che ciò che a Jung interessava nell’astrologia non erano gli astri ma i desideri degli uomini, che cercano nelle stelle ciò che è celato nella loro situazione psichica.
E’ anche vero però che uomini della statura di Newton, Keplero e Copernico, per citare soltanto alcuni scienziati del passato, ebbero un atteggiamento a dir poco ambiguo verso l’astrologia, nel senso che non seppero denunciarne a chiare lettere le palesi assurdità. Si può tentare di capire psicologicamente perchè uomini di cultura e di solida intelligenza mostrino interesse nei riguardi dell’astrologia, malgrado questa non abbia alcun fondamento scientifico.
Bisogna intanto tenere sempre presente che, più di quanto s’immagini, all’intelligenza e alla cultura non si accompagna sempre un equilibrio emotivo. Può quindi capitare che una persona eccellente nella letteratura o anche nel campo della scienza, mostri poi un comportamento infantile nei confronti di altri livelli di vita non meno importanti di quelli nei quali ha raggiunto invece una piana maturità espressiva o di ricerca.
Gli psicologi conoscono bene il bisogno di dipendenza che contraddistingue i primi anni di vita. Lo sviluppo psicologico coincide con un progressivo allontanamento delle figure protettive, per potere, in maniera del tutto personale e individuale, esplorare il mondo che ci circonda. Questo sembra un passaggio abbastanza facile ma in realtà questa fase attraversa tali complicazioni che ben pochi riescono interamente a fare a meno del bisogno di dipendenza. Non è necessario, naturalmente, un rapporto con un’altra persona, per essere dipendenti, anche se questa modalità è la più frequente: si è dipendenti ogni qual volta si fa riferimento all’esterno invece di poggiare su se stessi per crearsi il proprio spazio di vita.
A questa difficoltà psicologica hanno l’aria di rispondere gli astrologi. Il ricorrere agli astri, e quindi chiedere a loro informazioni sul futuro e sul nostro carattere, significa soltanto mettere in atto un’opera di deresponsabilizzazione. Gli uomini non possono sapere tutto nè possono afferrare con la propria intelligenza le infinite possibilità della vita. Ma l’uomo emotivamente equilibrato sa affrontare la vita nei suoi imprevisti, sa accettare le limitazioni della conoscenza e si accontenta di pochi dati per portare comunque avanti il proprio progetto esistenziale.
ALDO CAROTENUTO, pubblicato nel 1979 su L’Espresso (30/9/1979).