Vincent van Gogh, psicobiografia di un artista

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Dopo aver fallito il tentativo di seguire le orme del padre come predicatore, Vincent all’età di 27 anni decide di dedicarsi alla pittura. La ricerca del colore e della luce diventeranno il suo nuovo modo per rappresentare l’Assoluto dentro la Natura. Un unico sentimento del sacro e una unica esigenza di creare ponti simbolici personali con la realtà unisce le due professioni. Missionario presso i minatori del Borinage in Belgio; pittore post-impressionista in Francia.
Nel 1890 Vincent si uccide. In dieci anni produce 900 dipinti e 1000 disegni. Cambieranno la storia della pittura. Perché? Perché la vita e le opere di Van Gogh sono diventate icone del nostro tempo? E soprattutto può la psicologia, malgrado gli errori del passato, riuscire a fornirci una chiave di lettura ariosa del lavoro di un genio? Una chiave di lettura che avvicini lo straordinario universo simbolico di Van Gogh alle esigenze individuative di ognuno di noi?

INGRESSO LIBERO, gratuito, fino esaurimento posti. Non occorre prenotare.

Presenta la Conversazione ANTONIO DORELLA, Presidente e Socio fondatore del Centro Studi di Psicologia e Letteratura, fondato da Aldo Carotenuto. È membro del CIPA, Centro Italiano di Psicologia Analitica, all’interno del quale si interessa agli aspetti clinici della professione di psicologo analista. È membro dello IAAP, l’Associazione Internazionale di Psicologia Analitica. Si occupa preferenzialmente del rapporto fra Psicologia e Religione. Tema sul quale scrive dal 1998, all’interno della Rivista semestrale del CSPL. Tema al quale, inoltre, ha dedicato diverse conferenze e un libro: La strada nel deserto. Vive a lavora a Roma.

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