IN RICORDO DI ALDO CAROTENUTO
(in occasione del tredicesimo anniversario della sua morte)
Roma, 14 febbraio 2018
In un Paese che andava progressivamente smarrendo il suo coraggio intellettuale, per adagiarsi in un facile conformismo, nel quale si sarebbe dovuto spegnere ogni conflitto, Aldo Carotenuto ha brillato come una stella solitaria, inguaribilmente fedele alla sua traiettoria personale, capace di dare forza e risonanza a idee destabilizzanti su cosa significhi l’esperienza analitica e il coraggio di assumere scelte esistenziali radicalmente personali.
Aldo Carotenuto ha sfidato i luoghi comuni psicologici e morali sulle relazioni affettive e amorose, sul coraggio di essere creativi, ribadendo la necessità di opporsi a contesti falsificanti e distruttivi per la coscienza individuale e collettiva.
Lo ha fatto con uno stile di comunicazione appassionato e intelligente, nel quale la ricerca della limpidezza ha rappresentato il culmine di un grande lavoro su nozioni estremamente complesse e articolate. Le sue fulminanti battute, le metafore illuminanti, sono state il frutto di un percorso di depurazione alchemica del linguaggio, precipitato una cultura tanto vasta quanto mai ostentata e di una lunga esperienza professionale.
Carotenuto ha toccato, così, temi universali e non a caso i suoi libri sono stati tradotti in tante lingue straniere, come mai è accaduto ad altro autore di psicologia italiano.
Di personalità magnetica, ma anche irriducibilmente ermetica, ha calamitato per anni frotte di studenti alle sue lezioni universitarie – senza eccezione alcuna, le più seguite della facoltà di Psicologia de “La Sapienza” di Roma – e lo ha condotto ad avere tantissimi formandi e allievi in psicologia analitica, e, nel suo studio di terapeuta, un incredibile numero di pazienti, tra i quali molti eminenti personaggi della vita artistica, culturale e scientifica.
E’ stato – ed è tutt’oggi – molto amato e ammirato Aldo Carotenuto, ma proprio per questo anche profondamente invidiato nel mondo dei colleghi, in un Paese che fa dell’invidia uno dei tratti distintivi della propria identità culturale.
Francesco Frigione