Recensione del libro di Luigi Giannetti, Aqvamater.
“Non c’è presenza umana ma solo il rumore dell’acqua.”
scrive l’autore nel suo breve commento a questo volume che raccoglie immagini di grande intensità: l’Acqua, l’acqua e ancora… l’acqua, proprio come se la sola visione di questo elemento primordiale ci trascinasse sempre di più nelle sue ineffabili profondità, nel tentativo di varcare una soglia che ogni volta si sottrae ancora… “Emozioni che sfidano il reale”, prosegue Luigi Giannetti, orecchie tese all’ascolto di se stesso. Emozioni i cui contorni fluidi, come l’acqua, sfuggono ancora una volta ad ogni definizione.
Essenza e metafora della nostra esistenza l’acqua ha sempre affascinato intere generazioni di artisti fino a diventare protagonista assoluta di numerose opere e vera e propria superstar dinanzi all’obiettivo di Giannetti: superficie nelle quali i riflessi di luce creano un disegno magico; un sasso nello stagno che squarcia la quiete; geometrie astratte che sanno di vento e quell’attimo denso e infinito nel quale tutte le cose sono; movimenti sottili catturati dalla macchina fotografica dell’autore nell’attimo stesso in cui nascono e poi… scompaiono, lasciandoci nell’unica immagine il segno della loro esistenza.
Fin dai primordi della storia umana l’elemento liquido è sempre stato quello più fecondo dal punto di vista dell’ispirazione artistica e le nostre tradizioni filosofiche e religiose hanno sempre affidato a questo elemento primigenio un ruolo fondamentale nei riti iniziatici e di passaggio, così come in ogni manifestazione spirituale. Da sempre l’acqua è stata associata alla Vita in senso ampio e alla dimensione sacra dell’esistenza sia per le sue caratteristiche di fluidità e trasparenza, sia per il significato simbolico che le è stato attribuito nella filosofia e nella mitologia. Tra i riti collegati all’acqua quello del battesimo nella tradizione cristiana rimane uno dei più evocativi nel suo significato di profonda trasformazione e di nascita di un nuovo essere umano: l’uomo spirituale.
Dal punto di vista psicologico l’acqua viene associata all’inconscio, alla vastità del mondo interiore, spesso rimosso o “dimenticato” e al suo potente contenuto simbolico femminile/materno. Collegato al tema della fertilità e del risveglio della Natura sia nelle sue vesti di donna madre, origine di tutta la Vita, che di donna amante in tutto il suo potere di seduzione, il simbolo acquatico ci richiama all’Amore e alle profondità, all’Utero avvolgente verso il quale rivolgiamo lo sguardo nei momenti più difficili della vita, uno sguardo colmo di nostalgia.
Nelle acque profonde, ci raccontano i miti, c’è sempre una dea che come Iemanjá e Oxum, divinità acquatiche ammaglianti della mitologia afro-brasiliana, richiamano gli uomini verso gli abissi dell’anima, li invitano a viaggiare con loro nelle terre senza fine e a conoscere tutti i segreti del mondo. Anche Giannetti attraverso il richiamo silenzioso delle sue immagini e i magici riflessi di luce ci prende per mano e ci porge lo stesso invito verso dimensioni “altre” cariche di mistero, un richiamo a voltare lo sguardo verso l’essenziale, invisibile agli occhi, verso quelle verità nascoste che, come l’acqua, non si lasciano afferrare.
“Se vi è una magia su questo pianeta, è contenuta nell’acqua.”
afferma Loren Eiseley.
Il richiamo misterioso delle acque in tutta la sua magia ed incanto si fa sentire attraverso le immagini catturate dall’autore nel loro fluire ammaliante e riesce a veicolare quelli stati d’animo che non riusciamo a esprimere a parole. Immagini poetiche, a volte astratte, morbide, che ci ricordano la dolcezza del latte, una carezza sulla pelle o l’estasi oceanica del grembo materno generatore di vita. Immagini che ci invitano a guardare oltre le loro stesse superficie, a trascendere i loro confini di carta.
Nell’attuale momento che stiamo vivendo di inquinamento e desertificazione, l’acqua più che mai è diventata elemento prezioso, il “nuovo oro nero”, ricercato persino su Marte. Federico Garcia Lorca così la definisce nella sua poesia intitolata Mattino:
“L’acqua è una cosa eterna. È la linfa profonda che fa maturare i campi. È sangue di poeti che lasciano smarrire le loro anime nei sentieri della natura.”
“Sangue dei poeti”, espressione calzante nel cogliere tutto il nostro stupore dinanzi a immagini traboccanti di una poesia dolce e selvaggia di chi sa dialogare con la natura. La linfa vitale che scorre nelle vene di Giannetti ci contagia con le sue parole silenziose, immagini radiose ed eloquenti.
Un richiamo a noi stessi, scopo ultimo di ogni opera d’arte, una raccolta di immagini catalizzatrici di emozioni sempre nuove, nate vive per ricordarci la nostra appartenenza all’acqua e alla luce.