Jessie Taft, paziente di Rank, poi sua collaboratrice, pubblica nel 1958 la prima biografia di Rank. Nel testo figurano anche brani tratti dal diario di Rank e il testo di alcune sue lettere.
Delle lettere Taft parla come del luogo di sfogo (outlet) di Rank. Il quale aveva, scrive, la capacità, che pochi uomini hanno, di sopportare la solitudine.
Veniamo anche a sapere quale libro, tra quelli da lui scritti, Rank valutasse di più: non i volumi di tecnica psicoterapeutica (alcuni dei quali la stessa Taft aveva provvede a tradurre in inglese) ma Arte e Artista, uno studio che rimane ancora non tradotto in italiano.
In una lettera a Jessie Taft, Rank spiega i motivi che presiedono alla costruzione delle illusioni. Noi, scrive Rank, amiamo rendere illusoria ogni cosa, perché in questo modo la facciamo nostra. È appunto quanto il nevrotico non sa fare. Rendere la realtà illusoria significa trasformarla in gioco e il gioco è la nostra creazione quotidiana (Taft 1958, p. 208).