Tra i primi psicoanalisti americani a fare training analitico con Freud, presumibilmente tra il 1920 e il 1921, Stern è stato anche presidente della Società Psicoanalitica di New York.
In occasione di una conferenza newyorkese pubblicata nel 1922 Stern parla delle sue esperienze psicoanalitiche con Freud. Freud, dice nella circostanza, analizza il futuro analista servendosi della stessa tecnica utilizzata con i pazienti. Vede i pazienti ogni giorno eccetto la domenica e le feste e ogni seduta dura un’ora. Questa pratica avrebbe due vantaggi: circoscrive a pochi mesi la durata di una analisi e il progresso che fa registrare è più stabile e soddisfacente. In altri termini, diremmo noi, un’analisi così concepita è un’analisi “breve”. Stern confronta il setting europeo con quello americano.
Gli psicoanalisti americani vedono il paziente tre volte alla settimana. Il paziente si siede su una poltrona davanti allo psicoanalista e non si stende sul divano (con lo psicoanalista dietro) come succede in Europa. Va detto che questa “posizione” era già stata adottata da Adler, Stekel e Jung.
Approfondimenti
Oberndorf e la tecnica analitica (americana) delle origini (Giorgio Antonelli)
Sull’autoanalisi
Freud ha anche affermato che in persone eccezionalmente libere da conflitti e inibizioni psichiche un’autoanalisi dei sogni può bastare per praticare la psicoanalisi.
Consultare
L’intervento di Stern Some Personal Psychoanalytical Experiences with Professor Freud è pubblicato a cura di Hendrick M. Ruitenbeek nel volume Freud as we knew him (1973).