Cosa diceva Reich al suo paziente Lowen? Diceva: “Lowen. Lei non sa respirare!”
Nel 1918 s’iscrive alla Facoltà di Medicina di Vienna. Analizzato, per brevi periodi, da Sadger, Federn e Rado (che fa in tempo a diagnosticarlo psicotico). Nel 1920 è membro della Società Psicoanalitica di Vienna. Nel 1921 ha in analisi Annie Reich che successivamente sposa.
Nel periodo 1924-1930 conduce un seminario di terapia psicoanalitica a Vienna. Nel 1933 pubblica il suo capolavoro psicoanalitico Analisi del carattere, la cui prima parte è dedicata alla tecnica. Nel 1934 è espulso dalla Associazione Psicoanalitica Internazionale.
In seguito alla espulsione Reich sostiene, invertendo un diceria che era stata diffusa sul suo conto, che Fenichel ebbe un crollo psichico e dovette andare in una casa di cura per tre settimane. Nello stesso anno, recensendo la nuova rivista di Reich, lo Zeitschrift für Politische Psychologie uns Sexualökonomie, Waelder si era espresso nei seguenti termini: “nessuno che segua Reich su questa sua strada ha il diritto di richiamarsi alla psicoanalisi.”
Dopo un soggiorno in Norvegia si trasferisce negli Stati Uniti dove fonda, a New York, l’Orgone Institute. Denunciato per le sue sperimentazioni con la terapia orgonica, viene condannato a due anni.
Muore in carcere.
Approfondimenti
Reich: tecnica passiva e tecnica attiva
Reich, le parole e le emozioni
Potenza orgastica e termine dell’analisi
Lowen, Ferenczi, Reich e il linguaggio del corpo
Links
The Institute for the Study of the Work of Wilhelm Reich
Marxismo e psicoanalisi (la figura di Wilhelm Reich) di Alessandro D’Aloia
Wilhelm Reich, Energia Orgonica e dischi volanti
Ogni intoppo non chiarito durante l’analisi è colpa dell’analista.
In nessun caso si può far derivare la dinamica della guarigione dal fatto che il materiale diventi conscio.
Helene Deutsch critica quella che lei ritiene essere la premessa reichiana in fatto di tecnica analitica. Secondo Reich, scrive Helene Deutsch, ogni analisi dovrebbe iniziare da una discussione del transfert negativo. Tale presupposto, però, si trova in contraddizione col metodo psicoanalitico della libera associazione.
Reich sul silenzio in analisi
Nel famoso silenzio analitico cadono quegli analisti che a volte non sono in grado di controllare il proprio sadismo. Ciò ha relazione con la concezione di Reich secondo cui ogni intoppo non chiarito in analisi va addebitato all’analista. Il silenzio dell’analista, letto in questa prospettiva, può segnalare una resistenza dell’analista all’analisi. Come avrebbe sostenuto per altri versi anche Lacan in analisi chi resiste è l’analista. Va sottolineato come, nella prospettiva abbracciata da Reich, il paziente non possa non comunicare. Dunque anche il suo modo di tacere è un modo di dire. Anche se non associa liberamente, il silenzio del paziente produce comunque materiale. E’ colpa dell’analista, scrive Reich, se egli non è in grado di utilizzare il comportamento del paziente come «materiale».
Estratto da I silenzi e la psicoanalisi. Rassegna bibliografica, a cura del Centro Studi di Psicologia e Letteratura, coordinata da Giorgio Antonelli, in Giornale Storico di Psicologia Dinamica, 43, Napoli, Liguori, 1998.
Alla data 24 settembre 1939 si trova scritto: Freud è morto. Oggi qualcuno diceva che sono io il suo erede scientifico.
OPERE
Pubblicate in Italia da SugarCo
AUTOBIOGRAFIA
Wilhelm Reich, Passioni di gioventù. Un’autobiografia 1897-1922 (ed. it. 1990)
EPISTOLARIO
Reich parla di Freud, SugarCo, Milano, 1979.
Beyond Psychology. Letters and Journals 1934-1938
BIOGRAFIA
Myron Sharaf, Fury on Earth. A Biography of Wilhelm Reich, 1983
Consultare
Aldo Carotenuto, “Wilhelm Reich: La scoperta del corpo”,
in Trattato di psicologia della personalità e delle differenze individuali, Milano, Raffaello Cortina, 1991
Jerome Greenfield
Wilhelm Reich contro gli Stati Uniti d’America, 1974
CasadeiLibri Editore, 2012