Nel sogno troviamo tutto quello che ci serve
Berlinese, allievo di Kurt Goldstein, Karen Horney, Otto Fenichel e Wilhelm Reich. Da Fenichel, scriverà nella autobiografia, ho avuto confusione, da Reich sfacciataggine, dalla Horney coinvolgimento umano senza terminologia. Sull’analisi con lo psicoanalista ungherese Harnik, Perls ha scritto pagine esilaranti. Dell’analisi con la Happel dice che era più che altro un dovere, un’idea fissa, una regolarità forzata, con alcune – ma non molte – esperienze. Di Helene Deutsch, con la quale anche fa supervisione, dirà che gli sembrava fredda e bellissima. Una volta, racconta, le fece un regalo e in ritorno ebbe, invece di un grazie, un’interpretazione del suo gesto.
Aiutato da E. Jones, e dalla moglie Laura Perls, nel 1935 fonda a Johannesburg l’Istituto Sudafricano di Psicoanalisi. Si trasferisce, dopo dodici anni, negli Stati Uniti. Nel 1951 pubblica, insieme a R. Hefferline e P. Goodman, Gestalt Therapy (“Terapia della Gestalt”), il testo cardine della Psicologia della Gestalt.
Nel 1960 si trasferisce in California. Conduce a Esalen vari e celebrati seminari. La località diventa luogo di pellegrinaggio anche per autori come Bateson, Lowen, Berne, Grof ecc…. Nel 1969 fonda una comunità gestaltica in Canada, presso il lago Cowichan.
Approfondimenti
Fritz Perls sull’analisi con lo psicoanalista ungherese Harnick
Giorgio Antonelli, Fritz Perls, in Dizionario Bompiani degli Psicologi Contemporanei, (diretto da Aldo Carotenuto), Milano, Bompiani, 1992
Links
Frederick Perls, A Life Chronology
Psychiatry in a New Key. FROM THE UNPUBLISHED MANUSCRIPTS OF FRITZ PERLS
Perls su Federn:
Un altro psicoanalista che mi colpì molto fu Paul Federn, specialmente per una sua frase pronunciata durante una lezione. Immaginate una dignitosa figura di patriarca che dice: “Man kann gar nicht genug vögeln” (Non si scopa mai abbastanza). Questo accadeva in un ambiente dove di solito si stimava solo lo scopare mentale. Quando più tardi lo incontrai a New York, discutemmo a lungo sulla natura dell’Io. Per lui l’Io era una realtà; la mia posizione è che l'”io” è semplicemente un simbolo di identificazione.
(AUTO)BIOGRAFIA
F. Perls, Qui&Ora. Psicoterapia autobiografica (tit. orig. In and Out the Garbage Pail), 1969.
BIOGRAFIA
Il capitolo “Die Emigration von Fritz Perls und die Gestalttherapie”, in Uwe Henrik Peters, Psychiatrie im Exil. Die Emigration der dynamischen Psychiatrie aus Deutschland 1933-1939 (1992)
Bernd Bocian, Fritz Perls a Berlino 1893–1933 — Expressionismo, Psychoanalisi, Ebraismo, 2012