Medico e psicoanalista inglese. Fa dapprima un’analisi junghiana dal 1936 al 1938. Dal 1940 al 1947 è in analisi con Ella Sharpe. Fa supervisioni con Anna Freud e Willi Hoffer.
Nel 1946 è membro della British Psycho-Analytical Society. Insoddisfatta della sua analisi con E. F. Sharpe, che era morta nel 1947 poco dopo aver concordato un termine dell’analisi, M. Little si rivolge prima a Sylvia Payne, sul lettino della quale grida e piange per un’ora (la Payne le dice. “ma lei sta molto male” e la Little risponde: “è quello che ho continuato a dire alla dottoressa Sharpe negli ultimi sei anni”), poi, su suggerimento della Payne, a Marion Milner, con cui fa analisi per un anno.
Nel 1949 entra in analisi con Winnicott e pubblica il relativo resoconto nel 1990 Psychotic Anxieties and Containment (tradotto tre anni dopo in italiano col titolo Il vero sé in azione).
E’ una delle prime psicoanaliste ad accorgersi, per dirla con Racker (cui dobbiamo rassegne bibliografiche sulla questione), del controtransfert (definito “quella parte specifica della risposta totale dell’analista ai bisogni dle paziente che rimane inconscia e rimossa”), insieme a Rosen, Winnicott, Heimann, Annie Reich, Little, Gitelson, Weigert, Fliess, Spitz, Zetzel, Money-Kyrle. Alla Heimann, in particolare, M. Little rivolge anche una critica di sapore ferencziano (un Ferenczi rivisitato anche via Winnicott). “vorrei contestare” scrive “la convinzione espressa da Paula Heimann, secondo la quale dire a un paziente le ragioni della propria mancanza di attenzione sarebbe stato dannoso”.
Nel 1957 esce la sua recensione ai Selected Papers of Sándor Ferenczi (Final Contributions to the Problems and Methods of Psycho-Analysis), pubblicata sul nr 38 dell’International Journal of Psychoanalysis. M. Little riconosce l’equazione ferencziana di Winnicott e sostiene che Ferenczi è andato molto più lontano dei suoi colleghi. Si tratta di un’affermazione particolarmente coraggiosa considerata la scomunica di Jones e il contesto di generalizzato ostracismo dell’establishment psicoanalitico nei confronti dello psicoanalista ungherese.
Nel 1986 (e in traduzione italiana nel 1994) esce la raccolta dei suoi contributi clinici: Verso l’unità fondamentale. Nevrosi di transfert e psicosi di transfert. In appendice figura un’interessante conversazione tra l’autrice e Robert Langs nel corso della quale Margaret Little fa la seguente affermazione:
Secondo me qualsiasi analisi che finisca senza aver indotto o almeno cominciato una crescita (o una cura) nell’analista non è riuscita per nessuna delle due persone.
Approfondimenti
Margaret Little in analisi con Ella Sharpe e Winnicott
Le lacrime di Margaret (La Little tra Ferenczi e Winnicott)
Estratti da un Dialogo tra Margeret Litle e Robert Langs
Links
Margaret Little (in tedesco)