Ungherese di Budapest, fa il primo incontro con Ferenczi nel 1910, quando è studente di medicina.
Frequenta la splendida villa di Vilma Kovacs dove si raduna l’intellighenzia psicoanalitica ungherese: Ferenczi, Balint, Róheim, Bak, Benedek, una giovanissima Margaret Mahler.
Nel 1919, entra a far parte della Società Psicoanalitica di Budapest insieme a Klein, Géza Róheim, Spitz e Sokolnicka. Presidente della Società nel triennio 1945-47.
Quando, in seguito alla decisione del governo di Rákosi (d’ispirazione stalinista), la pratica psicoanalitica entra in Ungheria nella semiclandestinità, è Imre Hermann a continuare a formare allievi in privato
Tra gli allievi che si formano con lui figurano Robert Bak, György Hidas, Adorján Linczényi, Livia Nemes, Gábor Paneth, Lilian Rotter, György Vikár.
I. Hermann, 1934, Psicoanalisi come metodo. (Ripubblicato, in edizione ampliata, nel 1963: Die Psychoanalyse als Methode). Bari, Dedalo, 1990.
Un modo della resistenza, sostiene questo prestigioso allievo ungherese di Ferenczi, è quello di dirigersi contro una parola. Ora, questa parola può essere la propria parola piena che deve essere ancora presa in carico, riconosciuta dal soggetto, sia la parola dell’analista, ovvero la parola interpretante dell’analista. Hermann lega il silenzio del paziente all’interpretazione dell’analista. Se il paziente inizia una seduta in silenzio, tale silenzio potrà esser messo in relazione con l’interpretazione fornitagli dall’analista nella seduta precedente. (G.A.)
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Imre Hermann (in inglese)