Hattingberg Hans von (1879-1944)

analista della situazione analitica

Viennese di nascita, psichiatra e psicoterapeuta a Monaco.
Segretario dell’Associazione Psicoanalitica Internazionale nel 1911, due anni dopo è a Zurigo a lavorare con Bleuler.
Dal 1919 al 1925 è attivo nella Società Psicoanalitica di Vienna.
Pubblica nel 1924 l’articolo Zur Analyse der analythischen Situation in cui, appunto, analizza la situazione analitica. In essa, stigmatizza Hattingberg, vige un atteggiamento di astinenza (la famigerata neutralità, ovvero Indifferenz) che equivale a una resistenza al controtransfert. Ciò rende molto difficile la relazione dell’analizzato con l’analista. Da una parte l’analista quasi obbliga l’analizzato all’amore, dall’altra l’analista ha paura di quell’amore, il che si evidenzia nel suo interpretarlo, ridurlo teoricamente e terminologicamente, come transfert. In definitiva la terapia psicoanalitica non può essere considerata come qualcosa di stabilito per sempre, essa va riscoperta con ogni nuovo analizzando (il che era esattamente, tra gli altri, la posizione di Rank).

Nella lettera inviata a Freud il 7 giugno 1925, Abraham lo definisce, insieme a altri (Kronfeld e Schultz) uno psicoanalista selvaggio per la sua tendenza, del resto abbastanza diffusa in Germania, a cercare una sintesi dei diversi modelli della psicodinamica (Freud, Adler e Jung, in particolare).
Fonda nel 1925 la Zeitschrift für Menschenkunde (Rivista di Antropologia).
Diventa membro della (“arianizzata”) Società medica generale di psicoterapia e dell’Istituto tedesco di ricerca psicologica e psicoterapia di Berlino.

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Si veda Geoffrey Cocks, 1985, Psicoterapia nel Terzo Reich, Bollati Boringhieri, 1988.

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