in Giornale Storico del Centro Studi di Psicologia e Letteratura, n. 17 “Abbandoni”, Giovanni Fioriti Editore, Roma, 2013 – Estratto
Ernesto Buonaiuti, pellegrino a Roma
Espressamente vitando
Il 25 gennaio 1926 è il giorno più doloroso della vita spirituale di padre Buonaiuti. Sacerdote già sospeso dalle sue funzioni di Chiesa cinque anni prima. Con un decreto del sant’Uffizio
‘il Sommo Pontefice dichiara il soprannominato sacerdote Ernesto Buonaiuti scomunicato, nominalmente e personalmente e, secondo il disposto del ca 2258, par 2, espressamente vitando con tutte le conseguenze di diritto. Sono pertanto avvertiti i fedeli che per effetto di questo Decreto rimane loro vietata col nominato sacerdote Ernesto Buonaiuti ogni comunicazione a termini dell’altro canone 2267’
Chi è Ernesto Buonaiuti, nato a Roma nel 1881 e morto di stenti nella capitale nel 1946? Che cosa significa ‘espressamente vitando’? Perché contro di lui il sant’Uffizio emana la più infamante delle condanne, così ‘priva di misericordia’ da essere eliminata dal diritto canonico nel 1983?
Il canone 2267, al quale il decreto fa riferimento, ordinava: ‘fideles vitare debent’. Colui che viene colpito dall’anatema ‘vitando’ deve essere allontanato da tutti i credenti, deve vivere nell’isolamento e perire nell’abbandono. Il vitando è fonte di contagio. Se il vitando fosse entrato in una chiesa avrebbe dovuto esserne espulso e il luogo riconsacrato. La persecuzione non cessava di fronte alla morte: se si scopriva che la salma fosse stata sepolta in un cimitero cattolico, il codice ne raccomandava la riesumazione e la sepoltura altrove.
Insomma perché tanto crudele accanimento? Quale offesa aveva arrecato al suo abito talare Ernesto Buonaiuti? E più ancora perché un intellettuale dalla mente così raffinata e aperta, invitato in tutto il mondo per le sue competenze sul Cristianesimo, ha deciso di non allontanarsi dai propri carnefici romani? Ha deciso cioè di rimanere a subire la persecuzione –religiosa, morale, culturale e anche economica- dei diretti superiori, non rinnegando né la fede cattolica, né lo status di ecclesiastico?
Un mobbing furioso e senza confini, quello del Vaticano. Simile al retrogrado accanimento contro Galileo. Un ostracismo guidato ‘con una fecondità inquisitoriale2’ dal direttore di ‘Civiltà Cattolica’, la rivista dei gesuiti. Padre Rosa.