Tra i popoli del deserto vengono utilizzati numerosi termini, l’uno diverso dall’altro, per definire il “dattero”, tale è l’importanza ed il significato di questo frutto di palma per la loro sopravvivenza, mentre per noi un dattero rimane semplicemente un dattero e niente di più. Lo stesso vale per la neve tra le popolazioni che vivono nelle zone artiche, tanta è la loro familiarità con questo elemento naturale. Se applichiamo lo stesso principio alla Bibbia, in relazione alla ricchezza di parole utilizzate per designare il rapporto fisico uomo-donna, possiamo arrivare a comprendere la grandissima importanza della sessualità nella cultura ebraica. Allo stesso tempo l’etica sessuale biblica ci appare eccessivamente pudica e rigorosa. Quale segreto si cela in questa contraddizione? A questo “segreto” è dedicato il libro “La via dell’amore” di Nadav Hadar Crivelli, edito da Psiche2, Torino, febbraio 2013.
L’unione uomo-donna rappresenta, per l’Autore, il traguardo massimo della vita umana e la più importante delle occasioni per avvicinare e riconciliare tutti gli opposti presenti nell’universo. Questa unione – che non avviene solamente sul piano fisico-emotivo, ma comprende anche gli aspetti concettuali, etici e filosofici dell’esistenza – vale tutti i nostri sforzi e la ricerca “dell’anima gemella” diventa la ricerca stessa del divino in noi. Ogni esperienza vissuta o anche sofferta durante questa via, la via dell’amore – ci ricorda Crivelli – ha un’importanza mistica per chi ne è consapevole, ed è un’insostituibile palestra di evoluzione umana e spirituale. “L’anima gemella” è colei (o colui) che ci rimette “in carreggiata” e ci restituisce l’audacia di vivere, l’impeto e l’ardore necessari a proseguire la ricerca di ciò che può placare la nostra sete esistenziale.
Per i cabalisti la creazione del mondo e dell’Uomo stesso non è ancora compiuta. Una delle più importanti vie verso il suo compimento passa attraverso il rapporto tra l’uomo e la donna, e questo diventa, uno spazio privilegiato di incontro con l’altro lato, ancora velato, dell’esistenza, una sorta di