(in collaborazione con Giorgio Antonelli), in Giornale Storico di Psicologia Dinamica, 49, Roma, Di Renzo Editore, 2001
Si dice che la psicoanalisi stia morendo, morirà, sia già morta. Ma una morte non è forse la premessa possibile d’una rinascita? E se questo è vero, dove rinascerà la psicoanalisi? Sulla rete?
… soltanto se si può dimostrare che quello dei due contraenti/analizzanti (terapeuta e cliente che chiede di accedere al servizio di psicoterapia on-line) non è un rapporto reale (cioè capace di incidere sulle singole realtà dei due contraenti), si potrà consequenzialmente concludere che la psicoterapia on-line è un impossibile.
Analogamente dovremo pensare impossibile, impraticabile una psicoterapia on-line se accettassimo l’assunto secondo cui lo specifico della relazione terapeutica, come è stato affermato, richiede necessariamente “una situazione di vicinanza fisica” e quello, connesso, secondo il quale l’attività di interpretazione non può aver luogo o, comunque, appare poco proponibile in una relazione in cui analista e paziente non siano fisicamente vicini.
Se, dunque, dovessimo ritenere che la vicinanza dei corpi costituisca la condizione necessaria e imprescindibile di una relazione psicoterapeutica, invalideremmo ogni relazione psicoterapeutica on-line in quanto tale. Se, insomma, si dà psicoterapia soltanto a condizione che analista e paziente partecipino, per così dire, di un setting fisico, una psicoterapia on-line non sarà per definizione mai possibile.
Occorre allora, preliminarmente a ogni discorso che abbia come oggetto la possibilità di una psicoterapia on-line, stabilire se in effetti il criterio della vicinanza fisica sia a tal punto vincolante. Ora, a noi sembra che questo modo di porre la questione sopravvaluti, per così dire, la lettera e penalizzi lo spirito, anzi, l’anima, la dimensione simbolica.
A noi sembra più probante porre la questione a partire da una considerazione di cosa veramente significhi rapporto analitico. In altri termini: si può stabilire un rapporto analitico tra paziente e analista a prescindere dalla loro vicinanza fisica?
Vogliamo allora ribadire che appunto questo viene configurato dalla psicoterapia on-line: un rapporto analitico, ovvero un rapporto nel quale i due analizzanti analizzano e possono, in virtù di questo movimento dialettico condiviso, accedere a possibili trasformazioni, a, diciamo così, minori, quotidiane rinascite.
Che ciò avvenga a dispetto della distanza geografica, dell’assenza della fisicità dei due contraenti (in una sorta di condivisa sospensione, anche morte del corpo), a dispetto dell’asincronia (come nel caso della psicoterapia via e-mail), nell’impossibilità di una condivisione visiva del volto dell’altro (come nel caso della psicoterapia via e-mail e via chat), non inficia quello che secondo noi costituisce al fondo la cifra caratterizzante il rapporto che si viene a stabilire: quanto sopra abbiamo indicato come ancoramento e che ha a che vedere, sostanzialmente, con la dimensione simbolica (piuttosto che letterale, di presenza letterale per esempio).
Anche on-line (e forse soprattutto on-line) si fa anima. E fare anima non passa necessariamente attraverso la condivisione di una fisicità. Rohde potrebbe comprenderlo meglio forse di molti sedicenti analisti dell’oggi, approdati a un terzo millennio le cui tracce rischiano già di perdere.
E a ridosso di Rohde e dell’antica, greca percezione dell’anima, possiamo comprenderlo anche noi. Antiche dottrine, come quelle che riguardano la capacità di automovimento dell’anima, trovano oggi forse imprevedibili concretizzazioni.
L’anima che si muove da sola, platonica e medioplatonica, è appunto l’anima che si cala nel rapporto terapeutico on-line. L’anima che lega nel rapporto i due lontani contraenti ancorandoli a sé, al proprio automovimento.
E’ appunto di questo automovimento dell’anima, corrispettivo in fondo della dimensione simbolica, che si avvalgono i due analizzanti in una psicoterapia on-line.
La scrittura, l’invio, lo scambio d’una email, insomma, veicolano un movimento che legittimamente s’intitola all’anima e alla sua irrinunciabile tensione al rapporto.
L’altro acquista allora realtà, “Wirklichkeit”, l’altro incide, ha effetti su di noi, le sue parole contribuiscono a costruire una storia comune, anche un registro comune, condiviso. L’altro è in rapporto, insomma. E’ ancorato a un rapporto.
Paradossalmente potremmo anche affermare, alla luce di quanto precede, che proprio in questo inedito luogo del fare analisi, che è la psicoterapia on-line, a partire da questa sequela di mancanze (mancano o possono mancare i volti e le voci, manca in ogni caso la fisicità), si rivela la Wirklichkeit dell’anima, la sua realtà, la sua effettività che trascende i vincoli della lettera.
Con il loro riconoscersi attraverso un indirizzo email, ad esempio, e il loro condividere un registro di discorso, paziente e analista partecipano, a dispetto delle distanze, di una realtà simbolica che contiene in sé orme possibili di trasformazione.
Anche in rete, dunque, si può rinascere.