Recensione al libro Per una teoria del trattamento psicoanalitico
A. Modell, Per una teoria del trattamento psicoanalitico, 1990, Milano, Raffaello Cortina, 1994
In Psicoanalisi contemporanea, 1988, Eagle parla di Modell e del suo tentativo –giudicato infruttuoso- di integrare la teoria delle relazioni oggettuali con quella freudiana delle pulsioni. Il punto di partenza sarebbe, manco a dirlo, la crisi della psicoanalisi a causa della presenza del nuovo paradigma della psicopatologia delle relazioni oggettuali.
La critica di Eagle alla modellistica di Modell è il mancato sforzo di riconcettualizzare la terminologia freudiana. In primis il concetto di Es, ampliandolo in modo da includervi le nuove forme motivazionali, come l’attaccamento, collegate alla proposta delle relazioni oggettuali. Insomma non potrebbe esservi accordo fra le pulsioni, che nella teoria freudiana nascono come entità strettamente endopsichiche, e gli oggetti-Sé che deriverebbero dall’interazione fra psiche e ambiente.
Nel libro “Per una teoria del trattamento psicoanalitico” Modell dimostra di voler continuare, fra imbarazzanti ingenuità e fulgide intuizioni, la sua missione di ambasciatore all’interno del fuoco d’armi delle due opposte fazioni psicoanalitiche: il modello conflittuale e il modello del deficit.
Allo scopo di dare continuità alle due teorie, l’autore riesuma un termine freudiano desueto e abbandonato nelle stesse opere del padre della psicoanalisi. Nachtraglichkeit. Esso compare in maniera sparuta in alcune lettere a Fliess e poi in Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa. Strachey lo traduce con “deferred action”, azione differita, più vicina al significato di abreazione. Secondo Modell il significato originario di Nachträglichkeit anticipa alcune recentissime scoperte sul funzionameno della memoria, ricapitolate dal premio Nobel Gerald Edelman nel libro Neural Darwinism.
La memoria è una continua ricategorizzazione dei dati e non una registrazione isomorfa della passata esperienza all’interno di un sistema nervoso statico e passivo.
Il concetto di Nachträglichkeit è il ponte di passaggio che Modell, entusiasta, dichiara di aver rinvenuto fra l’importanza dell”essere in relazione con” delle relazioni oggettuali e la riqualificazione dell’esperienza endopsichca dell’infanzia, secondo i canoni della psicoanalisi classica. Il trattamento terapeutico permette un attualizzazione simbolica della memoria, al pari del rimodellamento dei ricordi nelle leggende popolari, attraverso la ripetizione del passato in un contesto, quello del setting, completamente diverso. Capace allo stesso tempo di stimolare la ripetizione del passato e di ritrascriverlo in un nuovo livello di realtà. Più consapevole, più socialmente adattato e più creativo.
L’atto dell’interpretazione per essere efficace deve avvenire, come dice Strachey, in un momento di ‘urgenza affettiva’ del paziente, ma anche, aggiunge Modell, il revisionista, in un ambiente di holding, di contenimento affettivo. Winnicott direbbe in uno spazio transizionale. In cui la specificità dell’interpretazione possa essere accolta come nuova forma di modalità relazionale, superando le diverse forme, maniacale o schizoidi, di resistenza, per consentire finalmente una ritrascrizione delle tracce mnestiche del passato.
Nachträglichkeit. La parola magica che sfonda il muro delle incomprensioni teoriche.