in Giornale Storico di Psicologia Dinamica, 43, Napoli, Liguori, 1998
Che cosa fa il metodo ipnotico che noi adottiamo secondo gli insegnamenti di Rossi? Induce alla produzione silenziosa e spontanea di un sintomo. Invitiamo il nostro assistito neofita della ipnonautica a sedersi su una comoda poltrona di fronte a noi; gli mostriamo come sollevare le sue mani e come sperimentare in silenzio l’ascolto delle “voci di dentro” attraverso una facile bipolarità.
Gli facciamo vedere come si fa. Contrapponiamo le nostre mani, l’una di fronte all’altra come se stessimo per applaudire ma non subito, con una distanza di 20 centimetri fra di loro. Proviamo. Silenzio. Avvertiamo forse un magnetismo che le fa combaciare? O una forza che le fa distanziare? Restano ferme? Aspettiamo. Pazienza. Silenzio. Un’altra possibilità: alziamo le mani come fossero due piatti di una bilancia e scegliamo di posare il nostro cosiddetto sintomo-guida manifesto (ansia?, tachicardia?, paura?, insonnia? tic?, blefarospasmo?…) su una delle due.
E’ consigliabile operare sempre con un dualismo di scelta: una mano rappresenti l’inconscio, l’altra l’intelletto. Elementare come un democrazia che si rispetti. Due poli, uno che governa, l’altro all’opposizione. Chi prevale? Perché comanda? Che cosa ha da dire la destra alla sinistra? Sarà la sinistra troppo eccessiva, rivoluzionaria, idealista? O è la destra troppo saggia, conservatrice, borghese? Destra e sinistra non sono soltanto ideologie politiche.
“La mano destra non sappia quello che fa la sinistra” mi ripete sempre mio padre per intendere che se si fa del bene non bisogna vantarsene né pentirsene; perché la mano sinistra rappresenta il sentimento, la pietas, la compassione, la generosità mentre la destra calcola, è saggia, è un ragioniere che scrive e sa di conti ma sa poco dell’amore.
Bisogna però cercare una convivenza armoniosa. Ecco allora in ipnosi le prime tre fasi: sensazione, sentimento, illuminazione. All’inizio ci si può accorgere che una mano diventa più pesante. Da questa sensazione scatta la riflessione su un sentimento ispirato dalla pesantezza e in terza battuta arriva l’illuminazione: “focalizzo il mio problema!” Tutto accade in silenzio.
L’ultima fase, quella della verifica, del pensiero collegato ad un’azione, un proponimento per esempio su come risolvere il problema, può essere affrontata in due modi: con la collaborazione dello psicoterapeuta al quale si comunica l’insight oppure conservando ancora il silenzio finché si vorrà su quel che si è deciso.
Pascal dice che “l’anima ama le mani” (ma provate a pronunciarlo in francese e otterrete un suono onomatopeico dolcissimo: l’ame aime les maines dove amore prevale).
Forse è proprio in ragione di ciò che il pioniere di questa tecnica, Ernest Rossi, ha scelto le mani per far parlare l’inconscio in trance.
Come l’anima, anche la trance ama le mani. Dalle mani che l’ipnonauta muoverà come un timone dell’inconscio si può passare naturalmente alle più varie regioni somatiche.