in Giornale Storico del Centro Studi di Psicologia e Letteratura, 14, Giovanni Fioriti Editore, Roma, 2012 – Estratto
Nel 1484 il papa Innocenzo VIII attraverso la bolla Summis desiderantes affectibus conferisce a due predicatori domenicani Heinrich Institor e Jakob Sprenger (Kramer), futuri autori del Malleus Maleficarum – la Bibbia dell’inquisizione conosciuta anche come Il martello delle streghe – l’incarico di “punire, incarcerare e correggere” le persone “infette dal crimine della perversione eretica” da svolgere con il pieno potere del Ministero dell’Inquisizione. Inizia così la caccia alle “streghe” che nel XV secolo uccise da 40 a 60 mila donne accusate di stregoneria.
Considerato da alcuni come un vero e proprio libro d’iniziazione alla pornografia, il Malleus risuona inquietante alle nostre orecchie moderne per i suoi aspetti di sconcertante attualità. La strega, “violentata e torturata dal diavolo incubo”, è anche la sua “complice” nella pratica delle “sporcizie carnali”, colpa femminile questa che sopravvive ancora oggi nei meandri più oscuri della nostra coscienza civilizzata.
La maledizione delle streghe risiede, stando agli autori domenicani, oltre che nelle loro conoscenze del mondo invisibile e del sovrannaturale, nella conoscenza del corpo e delle cose di natura sessuale. La streghe sono le “puttane del diavolo” e, in quanto detentrici del fuoco della passione carnale, rappresentano una minaccia per la collettività. La sessualità e le arti magiche, delle quali la strega è sia artefice che esperta conoscitrice, sono quindi gli elementi sovvertitori della società.
Se non ci fossero le malvagità delle donne, anche senza parlare di stregoneria, il mondo rimarrebbe spoglio d’innumerevoli pericoli.
Secondo l’Antico testamento fu per causa della prima peccatrice, Eva, e delle donne che la seguirono, che l’uomo cadde così in basso, nell’abisso oscuro del Male. È soprattutto la lussuria femminile il portale attraverso il quale si accede al diavolo come viene confermato da Heinrich e Kramer che incalzano oltre ogni immaginazione nella descrizione delle pratiche sessuali delle streghe: nessun dettaglio viene risparmiato perché niente possa sfuggire al disprezzo e alla condanna della comunità. Il Dio che emerge dalle pagine del Malleus è un Dio intollerante fino all’inverosimile verso qualsiasi forma di deviazione dall’ordine vigente; la Chiesa, innalzata al ruolo di giudice spietato, incarna il Principio Supremo della misoginia, un odio verso il mondo femminile espresso nei termini estremi del disprezzo e della degradazione della Donna in ogni sua manifestazione.
Di debole intelligenza, ciarliere, vendicative, invidiose, colleriche, volubili, smemorate, mentitrici, dai desideri insaziabili, le donne – già per il loro corpo – sono preferite per la prostituzione diabolica.
Nel Formicarium, il primo trattato demonologico di cui si ha conoscenza sull’argomento della stregoneria scritto da Johann Nider, frate domenicano tedesco, tra il 1435 ed il 1437, si racconta di una ragazza che pur dichiarandosi donna e vergine usava vestirsi con abiti maschili. Le autorità, dopo lunga discussione circa il carattere diabolico o divino dell’insolito fenomeno, decidono a favore del rogo in quanto soluzione più adeguata. È degno di nota che il titolo del libro Formicarium derivi dalla parola “formicaio”: l’autore prende spunto dalla vita delle formiche, dalle loro abitudini ed organizzazione – che ritiene simili a quelle degli uomini e ottimo esempio per la formazione dei fedeli della Chiesa – unico vero rimedio contro il male dilagante nella vita della collettività. La comunità delle formiche innalzata ad esempio per la comunità umana è ispiratrice di quel trattamento dell’uomo sotto “regime” che non lascia spazio ad alcuna forma di individualità. L’omologazione è il mezzo più efficace per ottenere il rispetto di un ordine legale, qualsiasi esso sia. La comunità delle formiche non può quindi tollerare le donne in quanto esse incarnano l’elemento creativo e seduttivo per eccellenza (etimologicamente sedurre significa condurre fuori dal retto cammino, deviare) della natura umana. Sul frontespizio della prima edizione del Malleus c’è la scritta: le streghe portano la dissoluzione dell’ordine, perché obbedienti ad un potere invisibile.
Dalle pagine del Martello delle streghe emerge il sintomo di un delirio sessuale-politico-religioso attraverso il quale i suoi autori infieriscono contro i loro stessi sogni e aspirazioni più segrete proiettati in corpi femminili. È il corpo della strega, l’oggetto delle loro più inconfessabili fantasie e desideri, ad essere bruciato, corpo che incarna una intera legione di demoni: i fantasmi che assillano senza tregua il sonno degli inquisitori. Il diavolo, come le fantasie amorose degli inquisitori, è incontrollabile, insituabile, onnipresente e, nella sua pluralità di volti, costituisce nel Malleus una minaccia dilagante.
Abstract
Secondo gli autori del Malleus Maleficarum la maledizione delle streghe risiede, oltre che nelle loro conoscenze del mondo invisibile e del sovrannaturale, nella conoscenza del corpo e delle cose di natura sessuale. In quanto detentrici del fuoco della passione carnale e artefici delle arti magiche, le streghe rappresentano una minaccia, un elemento sovvertitore della società. Dalle pagine del “Martello delle streghe” emerge il sintomo di un delirio sessuale-politico-religioso attraverso il quale i suoi autori infieriscono contro i loro stessi sogni e aspirazioni più segreti proiettati in corpi femminili; è il corpo della strega, l’oggetto delle loro più inconfessabili fantasie e desideri, a dovere essere bruciato, corpo che incarna una intera legione di demoni: fantasmi che assillano senza tregua il sonno degli inquisitori.