in Giornale Storico di Psicologia Dinamica, 50, Roma, Di Renzo Editore, 2001 – Estratto
Quando respiriamo “l’invisibile” entra dentro di noi, l’invisibile che ci anima e riempie il nostro “dentro”. Mondo interiore = polmoni: solo lì c’è uno spazio interiore, un posto “vuoto” per cose evanescenti come immagini, affetti, “inspirazioni”.
“Quando arrivi la terra trema. Porti le ombre, le congiunzioni fatali e la voce nera della notte”… Nel mondo dei simboli l’area è spirito e sangue è vita. Quando respiriamo, nel nostro petto spirito e vita si uniscono e si confondono.”Signora del mio sussulto e delle mie paure”… Il petto è il luogo dell’Anima e il luogo del Mistero: è lì che nasce l’amore e la paura di amare.
“Quando arrivi danzano le divinità e tutto è un’alchimia”… Ed è lì che nascono i sogni, l’avventura, il desiderio, la protesta e …la libertà.
Da tempi immemorabili l’uomo ha utilizzato la respirazione, il “soffio vitale” come mezzo di autoesplorazione per facilitare il contatto con il proprio mondo interiore ed indurre profondi cambiamenti nella coscienza. Questi procedimenti o “tecniche respiratorie” variano dall’interferenza drastica sulla respirazione fino ai raffinati esercizi delle diverse tradizioni spirituali. Nella sua forma originale il battesimo così come era praticato dagli Esseni consisteva nell’immersione forzata del battezzando nell’acqua, il che lo portava vicino alla morte per soffocamento.
Cambiamenti profondi nella coscienza possono essere prodotti da ambedue gli estremi del tasso respiratorio: iperventilazione o ritenzione prolungata della respirazione. Metodi sofisticati di questo tipo sono riscontrati nella più antica scienza indiana della respirazione: il pranaiama ma anche nel Kundalini yoga, Siddha yoga, pratiche Sufi, meditazione taoista etc…
Le parole di Durckhein: “Nella respirazione partecipiamo inconsciamente alla Vita più grande”, e quelle di A. Lowen: “Attraverso la respirazione diveniamo consapevoli della pulsante vitalità del nostro corpo e sentiamo di essere una sola cosa con tutte le creature pulsanti in un universo pulsante”, sono vicine alla posizione orientale secondo la quale l’Atman, l’individualità, il piccolo spirito contenuto nel nostro petto è in ogni modo identico anzi lo stesso Grande Spirito che sostiene la vita nell’universo. Quest’universalizzazione del singolo ci ricorda alcune riflessioni di Jung che sottolinea l’aspetto terapeutico dell’allargamento della prospettiva individuale verso una dimensione più grande e universale.