Giornale Storico del Centro Studi Psicologia e Letteratura, 9, Giovanni Fioriti Editore, Roma, 2009 – Estratto
Dopo essere salita sul treno Etty riuscì a gettare dal finestrino una cartolina che venne poi trovata e spedita da alcuni contadini locali, in cui scriveva: “Abbiamo lasciato il campo cantando”.
Morì ad Auschwitz il 30 Novembre 1943.
Jaap invece morì il 17 aprile 1945 in Germania, durante il viaggio di ritorno a casa in Olanda dopo la liberazione.
Il Diario e le lettere da lei scritte hanno, seppur con difficoltà, raggiunto l’intento originario che Etty si era prefissata: la possibilità di influenzare e trasformare la vita di quanti avrebbero potuto riconoscersi e confrontarsi con i suoi pensieri e le sue scelte estreme.
Con la sua vita questa donna comune e straordinaria nello stesso tempo, ha realizzato una vera esperienza religiosa, la cui etimologia come ricorda Carotenuto (1996)7 si riferisce all’“essere in relazione con” inteso come appartenenza ad un universo in cui le parti e il tutto sono in armonica compartecipazione.
Sicuramente Etty è stata una donna coraggiosa nel portare fino in fondo il peso e la liberazione insite nella trasgressione: quella affettiva, amando due uomini (di cui uno era il suo analista) e scegliendo l’aborto come atto di compassione; quella esistenziale, in cui è riuscita ad amare il persecutore nazista accettando di vivere la solitudine rispetto alla comunità di appartenenza.
Soprattutto credo che l’atto più rivoluzionario e fuori dai canoni da lei compiuto sia stato l’incrollabile speranza nella natura umana, l’amore per il prossimo come fine e senso ultimo dell’esistenza, al di là di ogni confine teologico.
Tutto questo rende più viva e attuale che mai l’esistenza di Etty, un faro che chiunque, come lei stessa insegna, può scegliere di seguire.
Abstract
Il Diario di Etty Hillesum è una delle testimonianze più toccanti che ci sia pervenuta a memoria degli anni della follia nazista. Etty, su consiglio del suo analista Julius Spier (famoso come maestro della psicochirologia), iniziò a scrivere il Diario nel Marzo 1941, quando era una giovane donna ebrea di 26 anni che viveva e frequentava l’università di lingue slave ad Amsterdam. Il rapporto analitico tra Etty e Spier presto si trasformò in un profondo legame sentimentale che condusse la ragazza verso una radicale trasformazione spirituale della sua esistenza basata sull’amore verso il prossimo, sia per le vittime sia per i carnefici. Operò quindi la scelta estrema di farsi trasferire, per sua volontà, nel campo di lavoro di Westerbork, al fine di poter aiutare e sostenere quanti ne avessero avuto bisogno. Il legame “trasgressivo” con gli uomini e con Dio la condusse alla morte fisica, ma il suo Diario resta testimonianza imperitura di speranza e amore.