Nel testo che sancisce la dissidenza (la prima) da Freud, Il temperamento nervoso, Adler, fondatore della Psicologia Individuale, riprende il costrutto del come se, l’als ob tratto dal lavoro di Vaihinger, La filosofia del come se, pubblicato l’anno precedente.
“Vaihinger” scrive Adler “ha trattato questa questione in modo magistrale, mostrando che pur essendo in opposizione con la realtà, nondimeno la finzione ha una parte considerevole nello sviluppo delle scienze”.
Una particolare applicazione del come se di Vaihinger è quella relativa alla legge della trasposizione delle idee, in virtù della quale la finzione si evolve in ipotesi e poi in dogma. Adler se ne serve per caratterizzare il pensiero normale (finzione come strumento), nevrotico (tentativo di rendere reale la finzione), psicotico (trasformazione dogmatica della finzione in realtà).
Per Freud, che diversamente da Adler è duramente critico nei confronti di Vaihinger, quella del come se è una riedizione del cristiano “credo quia absurdum” e costituisce un esempio di illusionismo filosofico tale da caratterizzare l’essenza della filosofia. Freud, in effetti, riduce la finzione a fantasia (la forma di esistenza esentata dall’esame di realtà).
Appare significativo che, a ridosso della prima dissidenza (quella di Adler, appunto) da Freud e dalla psicoanalisi, ci sia un filosofo, Vaihinger. Il quale riconduce il suo finzionalismo, in gran parte, a Kant e a Nietzsche. C’è dunque una tradizione finzionalista in filosofia dalla quale Adler procede, tradizione che metterà Adler in contatto anche col pragmatismo di James e lo strumentalismo di Dewey.
Tratto e adattato da G. Antonelli, Schizzi genealogici psicofilosofici, in Giornale Storico del Centro Studi di Psicologia e Letteratura, 6, Giovanni Fioriti Editore, Roma, aprile 2008