in Giornale Storico del Centro Studi di Psicologia e Letteratura, 8, Giovanni Fioriti Editore, Roma, 2009
Il 25 febbraio 1830 alla Comédie Française va in scena la prima di un poema drammatico in cinque atti intitolato Hernani. La pièce è giudicata scandalosa, nella forma più che nel contenuto. La critica si spacca e il pubblico borghese disapprova. Contro questi alcuni giovani intellettuali scagliano quella che sarà ricordata come la battaglia di Hernani. E’ la nascita del Romanticismo francese. L’autore è un giovane drammaturgo, poeta, novellista e romanziere di ventotto anni: monsieur Victor Hugo. Tra gli hernanisti la più combattiva è una giovane donna al quarto mese di gravidanza, Adèle Foucher, sua moglie.
Come prima conseguenza del successo arriva lo sfratto, così gli Hugo e il loro seguito lasciano via Notre-Dame-des-Champs per guadagnare, sull’altra sponda della Senna, gli Champs-Elysées. Non ancora sistemati nel nuovo alloggio, scoppia la rivolta contro Carlo X che sarà ricordata come Les trois Glorieuses e che porterà Luigi Filippo sul trono di Francia. E’ nel bel mezzo de Les trois Glorieuses che Adèle dà alla luce una bambina paffuta e in salute, che riceve il nome della madre e che ancor prima di nascere ha già partecipato a due rivoluzioni: una letteraria e una politica.
Victor Hugo ha ben poco da rallegrarsi. Con il successo non sono ancora arrivati i soldi e lui, che ha altri tre figli da mantenere, si è già impegnato con il libraio-editore Gosselin a consegnare un nuovo romanzo. Il termine per la consegna è il primo dicembre, la penale è altissima – mille franchi per ogni settimana di ritardo – e interamente preso dalla battaglia teatrale non ha scritto una sola riga. Come se non bastasse Adèle lo rifiuta sessualmente e continuerà a rifiutarlo per il resto della loro vita coniugale.
Pressato dalla scadenza non può che mettersi al lavoro e per non avere la tentazione di uscire di casa mette sotto chiave gli abiti da passeggio, acquista una bottiglia di inchiostro nuova e, con i vagiti della nuova arrivata come colonna sonora, entra nel suo romanzo come in una prigione. Uscirà solo cinque mesi dopo quando, il 14 gennaio 1831 – grazie ad un amico comune aveva avuto una proroga dall’editore – consegnerà a Gosselin il romanzo finito.
Ma come spesso accade a chi esce di prigione che si ritrova in un mondo fuori totalmente diverso da quello che aveva lasciato tanto da incontrare grandi difficoltà di adattamento, anche Victor Hugo una volta uscito dal suo romanzo troverà il mondo intorno a sé totalmente cambiato. Sua moglie non ha una depressione post-parto ma una relazione extraconiugale e l’amante è il suo amico Charles Augustin Sainte-Beuve, il famoso critico letterario indispensabile per il destino delle sue opere e padrino di sua figlia Adèle.
Non si sa con esattezza quando Victor Hugo viene a sapere della relazione tra i due amanti che stando al biografo di Sainte-Beuve ha inizio tra il maggio e l’agosto del 1830. Abbiamo però un piccolo indizio: nel novembre dello stesso anno i due amici hanno una violenta discussione che gli storici attribuiscono al sansimonismo del critico. Fatto sta che Sainte-Beuve, rientrato a Parigi da un viaggio sul Reno il 9 novembre del 1829 – all’incirca nove mesi prima della nascita di Adèle – viene messo alla porta.