Aldo Carotenuto, Milano, Bompiani, 1994
Sempre e continuamente l’uomo è sedotto dalla vita, è cioè invitato a coinvolgersi, a sondare e a conoscere se stesso attraverso il richiamo delle cose, delle forme e degli affetti. Dal primo scenario del mito biblico sino ai giorni nostri, l’atto della seduzione continua a perpetuarsi, a presentarsi come la fiamma che muove l’uomo alla scoperta, alla creazione, all’amore ma anche alla perdita e alla colpa. La seduzione viene qui definita come atto del “portare altrove”, del trascinare il soggetto al di là del suo usuale spazio esperenziale. L’opera di Aldo Carotenuto si presenta come una lunga esplorazione dei miti, dei riti e dei luoghi della seduzione, non solo di quella amorosa, ma di ogni ignotum che catturi l’individuo, facendolo deviare dai suoi consueti percorsi. Un viaggio alla ricerca delle radici affettive che determinano i modi e le forme del coinvolgimento, così come degli esorcismi e delle paure che ogni fascinazione attiva, prefigurandosi come causa di perdizione e di tradimento. Alla luce del modello psicoanalitico delle relazioni oggettuali, che ha riproposto e confermato l’assoluta importanza del rapporto sin dagli albori dell’esistenza, Carotenuto indaga le motivazioni inconsce che dispongono interiormente al gioco seduttivo, privilegiando quei campi d’osservazione più vicini alla sua esperienza di psicoanalista: la seduzione nell’infanzia, nella relazione di coppia e nella relazione analitica.
Estratto
Sempre e continuamente l’uomo è sedotto. Da bambino, attraverso la sorpresa che ogni nuova acquisizione compotta, è la seduzione dei suoni, dei colori, dei profumi, di ogni cosa che accenda la sua fantasia. Da adolescente sono il potere del sogno e il richiamo dell’utopia le forze da cui lasciarsi condurre altrove, nella sensazione appagante e onnipotente che sia possibile conquistare il mondo e realizzare ogni aspirazione. Da adulti, la seduzione assume i mille volti del desiderio: le molteplici figure con le quali l’uomo popola il suo immaginario per padroneggiare la sua solitudine esistenziale, la sua condizione di individuo che forgia forme e simboli e che tesse racconti per darsi un’identità e una collocazione, per radicarsi nel mondo. Così è possibile parlare di seduzione non solo amorosa, ma di una seduzione delle idee, di una seduzione dello spirito, della seduzione del male o delle immagini. Dovunque si profi1i una promessa di riparazione, di appagamento, o l’illusione di una ricomposizione delle proprie tensioni, o anche dovunque si intraveda una possibilità di sentirsi più pienamente partecipi della vita, attraverso la sfida del perdersi e del ritrovarsi, lì è in atto la seduzione.