Il pensiero di Thomas Kuhn
Nell’analisi del problema della conoscenza l’attenzione dei moderni filosofi si è concentrata sul suo processo di crescita attraverso la dinamica della formulazione e della critica delle teorie. È emersa così la consapevolezza che per comprendere la natura della conoscenza scientifica non è sufficiente esaminare la struttura logica interna delle teorie, ma bisogna indagare anche il modo in cui esse si sono affermate o sono state abbandonate nel corso della storia: di qui la necessità di intrecciare la considerazione epistemologica con la storia della scienza. Questa impostazione ha avuto risonanza soprattutto grazie all’opera del filosofo statunitense Thomas Kuhn, intitolata La struttura delle rivoluzioni scientifiche (1962). Professore di storia della scienza all’Università di Princeton, e autore di uno studio sulla rivoluzione copernicana (1957), Kuhn si è reso conto che il cammino della scienza procede non per accumulazioni, secondo una crescita continua, ma attraverso rivoluzioni. Le rivoluzioni, però, rappresentano soltanto momenti di eccezione rispetto a quella che egli chiama scienza normale, ossia una pratica di ricerca stabilmente fondata su uno o più risultati raggiunti dalla scienza del passato, ai quali la comunità scientifica, per un certo periodo di tempo, riconosce il fondamento della sua attività…